PREMESSA
L’Earth Overshoot Day è il giorno in cui, calcolando le
risorse disponibili sulla terra in un anno, gli uomini esauriscono il capitale
disponibile. Nel 2009 questo giorno è stato raggiunto il 24 settembre: questo
significa che dal 24 settembre al 31 dicembre si stanno consumando risorse che
il Pianeta Terra non riesce più a rigenerare. La maggior parte dei beni prodotti da queste risorse per i nostri
consumi finisce in discariche . In Italia si producono mediamente 600 kg di
rifiuti pro-capite all’anno; un milanese ne produce 1.600, mentre ne produceva
400 nel 1953.
Questo modello di sviluppo, improntato ad uno spreco
insostenibile di materie prime e di energia e sulla produzione di una quantità
enorme di rifiuti non è più sostenibile.
Per il partito dei Verdi, l’unico
approccio possibile al problema dei rifiuti è l’adozione della strategia
cosiddetta “rifiuti zero”. Si tratta di un percorso i cui risultati non sono
immediati, ma che presuppone una visione organica del problema e una
programmazione articolata e rigorosa, con obiettivi chiaramente definiti e
verifiche puntuali e frequenti. All’interno di questo percorso, la raccolta
differenziata è solo una delle direttrici strategiche da porre in essere,
rendendola omogenea e raccordandola con altri interventi concomitanti, di
uguale importanza ed efficacia.
LE DIRETTRICI D’INTERVENTO SUI RIFIUTI
La Direttiva europea 98, del
19/11/2008, stabilisce un ordine di priorità delle migliori opzioni ambientali
nella politica dei rifiuti.
Al primo posto figura la PREVENZIONE , cioè la riduzione della
quantità dei rifiuti, attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del
loro ciclo di vita.
Al secondo posto troviamo il RIUTILIZZO, l’insieme di tutte quelle
operazioni( controllo, pulizia, riparazione ecc.), attraverso cui i prodotti,
diventati rifiuto, o loro parti, sono reimpiegati senza altro pretrattamento.
Nell’obiettivo vero della strategia Zero Wast che afferma che il miglior
rifiuto è quello non prodotto.
Al terzo posto troviamo il RICICLAGGIO, attraverso cui i materiali
di rifiuto vengono ritrattati, per ottenere prodotti, materiali o sostanze da
riutilizzare per lo stesso fine o per fini diversi ( esclusi il recupero di
energia, il trattamento per
ottenere combustibile o materiale da riempimento).
Al quarto posto troviamo il RECUPERO ( diverso dal riciclaggio),
come appunto il recupero di energia o altre operazioni, grazie alle quali il
rifiuto torna di nuovo utile, sostituendo altri materiali.
Al quinto ed ultimo posto
troviamo lo SMALTIMENTO, come
deposito in discarica, incenerimento, biodegradazione, iniezione di rifiuti
pompabili in pozzi, ecc..a tale proposito la direttiva raccomanda di utilizzare
il meno possibile lo smaltimento in discarica o l’incenerimento .
Da quanto sopra esposto risulta chiaro che , senza adeguate politiche
volte alla riduzione e al recupero dei rifiuti prima che essi divengano tali,
il riciclaggio, da solo, non farà che ritardare l’esplodere del problema, ma non
è in sé e per sé, la soluzione.
ALCUNI ESEMPI DI POLITICHE MIRATE A RIDURRE LA PRODUZIONE
DEGLI SCARTI
1. Incentivi
al compostaggio domestico.
2. Acquisti
verdi (procedura G.P.P. : Green Public Procurement).
3. Acqua
di rubinetto nelle mense scolastiche.
4. Incentivi
alle aziende che adottano distributori alla spina ( latte, detersivi, ecc.).
5. Proibizione
dei doppi e tripli imballaggi.
6. Bando
alle stoviglie di plastica dalle mense; accordo con gli organizzatori di sagre
estive per l’uso di stoviglie riciclabili ( in mater-bi).
7. Pannolini
ecologici da distribuire gratuitamente alle neo- mamme ( l’80%
dell’indifferenziato è costituito da pannolini).
8. Creazione
di uno spazio permanente per lo scambio e il riuso di oggetti in buono stato o
funzionanti ( accordo con le aziende vinicole per il riuso delle bottiglie).
9. EFFECORTA:
incentivi a cooperative ed aziende per la commercializzazione di prodotti di
filiera corta.
10. Eliminazione
delle buste di plastica non biodegradabile ( iniziativa “porta la sporta” International
Plastic Bag Free)
11. Iniziativa
con i commercianti per una migliore gestione degli imballaggi soprattutto del
cartone (iniziativa” saracinesca amica”)
Come si vede, si tratta di
iniziative che comportano non soltanto uno sforzo organizzativo da parte della
amministrazione comunale, ma anche un cambiamento dello stile di vita della
popolazione, senza la cui partecipazione
ogni intervento è destinato a fallire. Occorre pertanto che una quantità
ingente di risorse sia destinata all’informazione casa per casa, scuola per
scuola, azienda per azienda. Con mesi di anticipo,occorre reperire, anche
attingendo al mondo del
volontariato, il personale che, opportunamente formato, accantoni per alcuni
mesi ogni altro intervento e dedichi ogni risorsa alla diffusione di informazioni
in questo campo. BISOGNA CHIAMARE I CITTADINI A COLLABORARE FATTIVAMENTE A
QUESTA SCELTA PER IL FUTURO, CHE
COMPORTA BENEFICI PER TUTTI: CITTADINI, AMBIENTE, LAVORO, DECORO URBANO.
Ciò vale naturalmente anche per
ciò che riguarda la raccolta differenziata, ma anche per la stessa gara
d’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani: davvero si ritiene
possibile al giorno d’oggi appaltare tale servizio ( oltre tutto per una cifra
che sfiora la decina di milioni di euro, o giù di lì ), senza confrontarsi con
i cittadini, senza analizzare con loro i problemi esistenti e le soluzioni
proposte?
In genere, nei bandi, occorre un
riferimento alla campagna di comunicazione
che venga descritta in modo appropriato. La raccolta differenziata è un
processo culturale che deve far diventare il cittadino protagonista
dell'azione. Questo significa che i cittadini, e le diverse categorie
coinvolte, devono essere corresponsabilizzati, sensibilizzati, mobilitati, e
questo è un problema di comunicazione e non sensibilizzazione. Non si tratta
soltanto di far passare delle informazioni, di rispettare obblighi
istituzionali o di legge, ma di ottenere che i cittadini, da semplici utenti di
un servizio, ne divengano protagonisti attivi: allora è chiaro che la
comunicazione non riveste un carattere puramente tattico, strumentale, ma
diviene una fondamentale componente della strategia d’impresa. Ecco perché, nel
capitolato d’appalto, si deve dedicare uno spazio di assoluta evidenza a questa
voce, assegnandole il ruolo di “strumento” per la progettazione e gestione del
sistema al pari degli altri.
La comunicazione deve essere
impostata secondo logiche che privilegiano la chiarezza, la continuità,
l’efficacia relativa, in un’ottica di medio e lungo periodo. Questo significa
che nel bando, oltre ad essere indicata, deve avere uno sviluppo per l’intero
triennio del bando stesso. Occorre
superare le ripartizioni tra
comunicazione esterna, comunicazione interna e relazioni esterne, per
acquisire il concetto di comunicazione integrata.
Già nel 1993, Federambiente, al
termine di un ciclo di seminari sulla comunicazione nei servizi pubblici di
igiene ambientale, ha pubblicato una Carta di indirizzi, che, tra altre
prescrizioni, sottolineava come i gestori dei servizi dovessero “…porre il
cittadino al centro della propria attenzione, per coglierne correttamente i
bisogni…”; come l’attività di comunicazione dovesse essere “…parte integrante
della strategia aziendale…” e rappresentare “…non un costo bensì un
investimento a valenza sociale…”; come la comunicazione dovesse “…svilupparsi
per progetti e non per singoli atti…”; come infine dovesse essere cioè rivolta ai vari pubblici:
cittadini, personale, istituzioni, organi di tampa, opinion leaders…”.
Alcuni bandi, rispetto all’obiettivo, posto oltre il 60% di
raccolta differenziata, contengono riferimenti alla penale da porre eventualmente all’azienda,
se non raggiunge l’obiettivo. In alcuni contratti tale penale è calcolata in
diverse migliaia di euro, che l’azienda può scegliere di pagare o, in alternativa,
utilizzare per finanziare una
attività di comunicazione ambientale.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Il Decreto152/2006, il cosiddetto Testo Unico Ambientale,
pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2012 il 65% di raccolta differenziata.
E’ dimostrato che il sistema industriale di raccolta basato sui grandi
mezzi e i grandi cassonetti aumenta costantemente la produzione di consumi e la
raccolta differenziata non riesce a superare il 35%.
Bisogna dunque intraprendere un
percorso che porti ad eliminare totalmente i cassonetti dalle strade. Si tratta
di un percorso che coinvolge tutte le famiglie in una piccola rivoluzione che
comporta una grande assunzione di responsabilità, che sarà tanto più efficace
quanto più le famiglie stesse saranno informate in ogni fase dello stesso e
quanto più potranno rendersi conto, concretamente, che il rifiuto diviene una
risorsa spendibile per il Comune e quantificabile in un risparmio in bolletta.
Occorre pertanto partire da una attenta ed esatta quantificazione e
valutazione dei dati emergenti dalle
fasi conclusive del progetto” Sirio”, analizzando ad esempio l’andamento
della raccolta per tipologia di rifiuto, rapportandola alle varie tipologie di
utenza, individuando le criticità, per poter intervenire a superarle. I
cittadini devono sapere se l’obiettivo tendenziale del progetto è stato raggiunto. Il Sirio prevedeva inoltre
un Piano di Comunicazione, con interventi capillari e ripetuti di informazione,
con l’ausilio di una unità mobile itinerante. Tutte queste iniziative sono
state poste in essere? E con quali risultati? Tutta l’operazione prevedeva inoltre una gestione
informatizzata, a partire dall’assegnazione di un codice a barre identificativo
di ogni utente, premessa indispensabile per il definitivo abbandono della TARSU
e l’ introduzione della nuova tariffa prevista dalla legge, comprendente una
parte variabile, per il cittadino, proprio in funzione della quantità di
rifiuto conferito: meno consegni in discarica, meno paghi. D’altra parte, nel
nuovo bando si fa ancora riferimento alla TARSU, che è ormai un relitto del
passato, e non si accenna minimamente ad una gestione informatizzata della
raccolta.
Dal conto consuntivo 2009 non risulta alcuna entrata o
risparmio attribuibili alla differenziata: come mai? Se non si analizzano e
valutano opportunamente tutti questi dati, quale senso dobbiamo attribuire alla
sperimentazione del “Sirio”? Come si può sperare che i cittadini collaborino se
non vengono coinvolti?
Il bando di gara che si va
approntando per l’affidamento del servizio di raccolta, dovrà richiedere alle
aziende partecipanti di quantificare con esattezza i vantaggi derivanti dalla
differenziata, in termini di risparmio per le casse comunali, maggiore
occupazione, riduzione delle bollette, alberi abbattuti, emissione di CO2 ecc.;
nonché indicare la destinazione finale
di ogni materiale raccolto: aziende che lo acquistano, prodotti in cui viene
trasformato, ecc. Infine stabilire anche un penale per il mancato
raggiungimento di uno o più obiettivi.
SISTEMA DI RACCOLTA (esemplificazione)
Raccolta a domicilio per ogni tipologia di rifiuto, con
eliminazione dei cassonetti dalle strade.
Queste le tipologie di rifiuto.
Organico :
bio-pattumiera abbinata a sacchetti in mater-bi o carta adeguata (tipo Sumus)
Carta (
contenitore, ad es., bianco.).
Multimateriale (
contenitore e sacchi di colore blu).
Non riciclabile (
sacchi di colore grigio).
Inoltre:
contenitore per gli olii esausti di cucina;
sacco di altro colore per la raccolta di pannoloni e pannolini.
Oltre al ritiro a domicilio dei suddetti materiali secondo
una scansione settimanale , occorre prevedere:
- ritiro gratuito a domicilio su prenotazione per gli ingombranti;
- ritiro mensile per olii esausti;
- ritiri supplementari e personalizzati per pannoloni e pannolini;
- ritiri supplementari per potature e sfalci.
Per quanto riguarda l’organico
è importante sia per l’utenza domestica che per l’utenza non domestica fare
molta attenzione perché è la parte più importante dei rifiuti e la più difficile
da raccogliere. Si può dare un bidoncino sotto lavello e mastello da mettere
fuori, ma anche le buste di carta o plastica biodegradabile. E’ immaginabile che una massaia, da
sempre abituata a mettere in una busta di plastica tutta la monnezza, metta il
“solo” organico in un contenitore da lavare ogni giorno? Un’ altra cosa da
tenere presente nelle modalità di raccolta è che l’organico domestico nel
Sud Italia si deve prelevare almeno tre volte alla settimana e non due come al
Nord. E questo perché qui
rappresenta il 45% dei rifiuti, mentre la media nazionale è 30%.
Un altro dato da tenere presente
nelle modalità è che i cartoni ed in genere i rifiuti dell’utenza non
domestica ( i commercianti ) vanno presi tutti i giorni. In tal modo si
ottiene l’adesione di questa categoria fondamentale per la riuscita del
progetto per l’interfaccia che ha questo settore con i cittadini.
CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI E TRACCIABILITA’
Tutto il materiale raccolto in maniera differenziata deve essere
avviato a riciclo; come già detto, le ditte concorrenti alla gara d’appalto
devono specificare dove verrà trattato l’organico per essere destinato alla
produzione di compost e quale utilizzo finale ( accertato e verificabile) avrà
questo compost; come viene selezionata la carta, a quale consorzio viene
venduta, a quali aziende viene poi indirizzata per la produzione di cartone o
carta riciclata; dove viene selezionato il multimateriale e a quali consorzi
del riciclo viene poi indirizzato (anche gli scarti di questo processo di
selezione possono essere riutilizzati, ad esempio per la produzione di pancali
).
Al contrario, il bando in via di
approntamento , da per scontato, molto genericamente, che sul territorio vi
siano strutture adeguate al trattamento dei rifiuti, limitandosi a menzionare l’azienda di compostaggio
“Eden 94” e la discarica “La Chianca”, come se questa fosse una piattaforma per
la separazione dei rifiuti e la produzione di c.d.r., quando tutti sappiamo che
così non è e non è stato mai, e che alla “Chianca”in realtà si stoccano eco-
balle. Anzi è palese la contraddizione
che vede da una parte il Sindaco appellarsi al Consiglio Comunale poiché la
discarica della “Chianca” rischia la chiusura tra un anno per esaurimento,
mentre, dall’altra, l’ufficio tecnico impianta il bando senza che alle aziende
partecipanti si chieda come avverrà la chiusura del ciclo.
ISOLE ECOLOGICHE
Eliminando i cassonetti, occorre
aprire almeno due isole ecologiche, dove i cittadini possano conferire
qualsiasi tipo di rifiuto in qualsiasi momento della giornata.
L’isola si configura come un
grande piazzale recintato dove sono collocati una decina di conteiner per i
diversi materiali, una pesa per i camion e per le auto, una postazione per
l’operatore e una pesa più piccola per le piccole quantità.
I cittadini saranno muniti di una
tessera magnetica individuale e ad ogni scarico, il peso del rifiuto viene
trasformato in un punteggio. A fine anno, chi supera un certo punteggio, viene
premiato con un regalo simbolico, che può essere anche una piccola somma di
denaro.
In queste isole potranno essere conferiti, oltre al resto,
ferro, legno, plastica, ingombranti, televisori, computer, ecc., materiali
elettrici,batterie scadute, olii vegetali, ecc.
Per ciò che riguarda i Raee(
rifiuti elettrici ed elettronici) è opportuno che le isole o centri di raccolta
siano realizzati ai sensi della normativa del Ministero dell’Ambiente
dell’8 aprile 2008 che attua l’articolo 183, comma 1, lettera cc del
Dlgs 152/2006 e successive modificazioni, integrazioni e semplificazioni, che prevede un ruolo dei commercianti e
del Comune ed un uso appropriato dei centri di raccolta ( nel bando non vene è
traccia). Tali rifiuti obbediscono a particolari “condizioni di ritiro” e questi materiali non sono sempre e solo
ingombranti, ma nella maggior
parte piccoli e diffusi ( pensiamo ai mini-raee).
VANTAGGI
Da un approccio integrato al problema dei rifiuti derivano
solo vantaggi per tutti.
Economici: il
Comune risparmia somme notevoli, che può reinvestire.
Occupazionali: il
sistema porta a porta richiede un maggior numero di operatori, ma il Comune
compensa tali costi con il risparmio del mancato conferimento in discarica.
Per i cittadini:
a regime, la raccolta differenziata consente una riduzione consistente della parte
variabile della tariffa.
Ambientali: solo
grazie alla raccolta della carta, si ha un enorme risparmio in termini di
alberi abbattuti, acqua, emissione di CO2.
Decoro urbano:
una città senza cassonetti è più bella e più pulita.
ASSOCIAZIONI E CAMPAGNE A CUI IL COMU NE DOVREBBE ADERIRE
Associazione dei Comuni Virtuosi.
Associazione Agenda 21 Italia
Associazione AICA
Patto dei Sindaci
Campagna “Porta la sporta”
Campagna “M’illumino di meno”
Settimana europea per la riduzione dei rifiuti
OSSERVAZIONI
CONCLUSIVE
Il servizio di raccolta, così
come ipotizzato nel bando di cui abbiamo notizia, non rappresenta ai nostri
occhi la svolta indispensabile e non più rinviabile nell’approccio al problema
dei rifiuti, per tutte le considerazioni sopra esposte.
Inoltre, ci sembra del tutto
insufficiente il servizio di pulizia delle spiagge, sia per qualità che per
durata temporale, in considerazione di una auspicata destagionalizzazione del
turismo balneare. Il nostro parere, a suo tempo manifestato anche al
Commissario D’Onofrio, è che tale servizio dovrebbe essere oggetto di diverso e
separato bando di gara. Anche la frequenza delle pulizie straordinarie in
occasione di eventi e fiere ci appare insufficiente rispetto a quanto esperito
in questi ultimi anni.
Sottolineiamo come nessuna
soluzione viene ipotizzata per la bonifica del territorio, ridotto ormai ad un
discarica continua, sia per incuria dei cittadini, ma anche perché gli stessi
non sanno dove materialmente conferire alcune tipologie di scarto, come i
manufatti in cui vi è presenza di amianto o altre sostanze pericolose. Di
queste sostanze il bando dovrebbe fare un elenco dettagliato, che invece manca,
e definire le procedure di smaltimento.
NB La presente relazione si basa sulla esperienza di raccolta
differenziata condotta, a partire dal 2005, dal Comune di Capannori (Lu), primo Comune in Italia ad
aderire alla strategia”Rifiuti Zero”. Il dirigente responsabile del servizio fu
invitato da noi Verdi alla terza edizione della Festa del Sole che Ride, nel
settembre 2008, dove relazionò con ampiezza di dati sulle risultanze
dell’operazione. Numerosi Comuni italiani ne hanno seguito l’esempio,
avvalendosi della prestigiosa consulenza del prof. Paul Connet, anch’egli nostro
ospite in un Convegno tenutosi sull’argomento, presso il salone comunale. Il
tutto nell’indifferenza degli amministratori dell’epoca.
Un contributo significativo è
stato fornito, inoltre, dal
consulente ambientale del Partito dei Verdi, Prof. Roberto De Giorgi.