mercoledì 12 ottobre 2011

COMUNICATO STAMPA: A proposito di “Tempa Rossa”

Mercoledì 12 ottobre 2011 



Leggiamo con meraviglia e rammarico la nota dei sindacati in cui criticano il senso della manifestazione tenutasi sabato 8 u.s. e organizzata dall’associazione ambientalista Legamjonici.
I Verdi della Provincia di Taranto esprimono solidarietà e vicinanza all’associazione Legamjonici e alla battaglia da loro intrapresa nei confronti del progetto “Tempa Rossa”.
I motivi della nostra contrarietà al progetto “Tempa Rossa” si possono così riassumere.
In primo luogo non si è tenuto conto della valutazione di Arpa Puglia sull’aumento delle emissioni.
Lo Studio di Impatto Ambientale risulta fortemente carente di un’indagine epidemiologica che tenga conto delle attuali condizioni sanitarie della popolazione tarantina.
Si autorizza un impianto ubicato in una zona che da anni è in emergenza ambientale.
Il progetto prevede la triplicazione del ciclo combinato senza fare accenno agli effetti cumulati e sinergici prodotti nell’area dalle industrie esistenti.
La Via ha seguito un iter passato nel più totale silenzio e senza alcuna partecipazione dei cittadini.
Ribadiamo il rammarico nel leggere la nota dei sindacati in cui pretendono, nei fatti, di subordinare la salubrità ambientale, la salute dei cittadini e la vita stessa, all’occupazione, sostenendo il progetto “Tempa Rossa”, che di fatto triplica la produzione della raffineria di Taranto, e bloccando la riconversione del territorio verso attività che hanno un futuro e che sono ecocompatibili.
Concludiamo che siamo pronti a sottoscrivere il documento proposto dall’associazione Legamjonici in cui si attesta la volontà esplicita di non autorizzare ulteriori opere a vantaggio della grande industria o di esprimere pareri positivi su opere che implicano un’ulteriore devastazione del territorio, oltre che danni per la salute pubblica.
Esecutivo Provinciale dei Verdi per la costituente ecologista - Taranto

domenica 25 settembre 2011

la politica del cane zitto

Domenica 25 settembre 2011 



Il tanto atteso consiglio intercomunale, con ordine del giorno il depuratore consortile manduria-sava ed annesso scarico a mare, si è consumato l'altro ieri, 23 settembre 2011, nella sala consiliare di manduria, con la presenza dell'intero consiglio comunale di manduria e di tutti i sindaci, i capigruppo ed i presidenti di consiglio dei comuni limitrofi.
erano stati invitati anche i consiglieri regionali eletti nella provincia di taranto e, udite-udite, special guest, l'assessore regionale ai lavori pubblici, amati.

io c'ero, insieme a tutti i cittadini interessati alla questione.

...sarà per l'inno nazionale d'Italia, sentito ad inizio di assise e che assomigliava, per uno strano difetto sonoro, più a faccetta nera che al vero e patriottico e mazziniano inno d'Italia…
...sarà per la presenza dei consiglieri regionali presenti che lanciavano saluti ammiccanti al loro elettorato….
...sarà che l'elettorato stesso si mostrasse lusingato da simili ammiccamenti…..

devo essere sincero, la mia prima impressione è stata quella di assistere ad una sorta di farsa.

non nascondo il fatto che questa mia impressione sia durata per quasi tutto il consiglio intercomunale fin quando questo non si è "ridotto a semplice" consiglio comunale di manduria.

nel corso della seduta, si è parlato di alternative elaborate da ottimi tecnici, presenti anch'essi.

si è parlato di necessità di riutilizzare l'acqua affinata, dopo un processo di affinamento del depuratore.
insomma, si è parlato tanto e bene aspettando il tanto atteso intervento del colto e ironico assessore regionale ai lavori pubblici, che, bisogna dirlo, è stato sempre seduto ad ascoltare tutti gli interventi, tranne quando ha preso parola cecilia de bartholomaeis, la consigliere comunale dei verdi.
alla frase "prende la parola il consigliere comunale dei verdi" (intervento con più applausi), l'assessore si è alzato per un impellente necessità.
finalmente, dopo circa 2 ore e mezza di assise, amati, ha preso la parola.

tutti noi aspettavamo una novità: di poter fare a meno dello scarico a mare come recapito finale dei liquami depurati, che, il nostro assessore amati, piace (è doveroso il gioco di parole) invece definire, sanificati.
….un pò come quando gli inceneritori di rifiuti alcuni amano chiamarli termovalorizzatori.

invece dopo circa mezz'ora di ironia, coglionamento, lezioncine e "discorsi aulici frullati" con vari ingredienti misti tra cui, il figlio di 7 anni, la cacca ed il futuro dei bambini, mazzini, l'aqp, l'arneo, accordi privati col sindaco di manduria (mah?),  differenza tra tabella 4 e affinamento, divieto di balneazione si anzi no, acqua bene comune, corte dei conti, regime d'infrazione comunitaria, pozzi a perdere….. ed ancora mazzini e l'inno ascoltato all'inizio….. insomma alla fine le mie orecchie hanno inteso che, il depuratore consortile sava-manduria si farà in affinamento dei liquami sanificati (piace anche me questo leggiadro termine), in estate riutilizzo dell'acqua affinata in agricoltura, l'inverno, con "l'inopportuno" troppo pieno, lo scarico in mare, dell'acqua depurata è inevitabile!
e qua allora tutti a battere le mani! all' ottimo assessore non rimane che incassare il successo per poi uscire velocemente di scena ed andare via.

mi affretto a raggiungere i miei consiglieri comunali per parlare con loro e verificare l'ipotesi di rimandare a data da destinare il voto di un eventuale delibera.

intanto il consiglio intercomunale nel giro di 30 secondi diviene "il concreto" consiglio comunale di manduria, con la presenza dei consiglieri comunali, sindaco e giunta di manduria, dei consiglieri comunali di avetrana e del sindaco di torricella.

per la prima volta da quando seguo i consigli comunali ho visto una certa unanimità tra le forze politiche: me ne sono rallegrato.

c'è qualcosa che non quadra nel discorso abbastanza fumoso dell'assessore regionale.
ogni volta che ci penso, la parola che mi viene in mente è bluff!!
si,  un'ottimo e ben confezionato bluff!!


perché, personalmente, non riesco a capire una cosa semplice-semplice e desidererei che l'assessore amati mi spiegasse, in che modo intende prendere in giro la corte dei conti presentando un progetto di depurazione con affinamento (per legge è divieto assoluto sprecare acqua e quindi riutilizzarla al 100%) e poi, ancora parlare di scarico a mare.
me lo deve spiegare nello stesso modo in cui, a suo dire, ottimamente spiega la vita a suo figlio di 7 anni.
sempre con lo stesso dovere di padre di un bambino di 7 anni, l'assessore amati mi dovrebbe spiegare, perché la corte dei conti non dovrebbe bocciare questo progetto.

e mi dovrebbe spiegare perché ha voluto far passare la regola che l'aqp ha degli impianti efficienti, offendendo i cittadini di manduria, i suoi consiglieri comunali e quelli dei comuni limitrofi scambiandoli per imbecilli. e dichiarare, quindi, che l'acqua recapitata in mare sarà sempre anch'essa "sanificata" (piace anche me questo leggiadro termine).

un progetto di depurazione con affinamento dei liquami, per legge, non prevede lo scarico a mare!
abbiamo raccolto, in tre giorni,  4900 firme per scongiurare lo scarico a mare.
ci batteremo proponendo, ancora una volta, un progetto alternativo valido: affinamento dell'acqua, riutilizzo della stessa e per il troppo pieno trincee drenanti; oppure de-localizzare lo smaltimento dei liquami con dei mini depuratori, recapito finale il riutilizzo dell'acqua e per il troppo pieno le trincee drenanti.

non ci faremo prendere in giro da giochi politici "del cane zitto", come ormai qualche parte politica ama fare.

greg cricoriu.

venerdì 26 agosto 2011

su cantiam

manca un giorno all'atteso concerto del duna jam, ed io, non so ancora se andarci oppure no.
ci vorrei andare perché sarà sicuramente un bel momento culturale.
non ci vorrei andare per non creare ulteriori polemiche.
certo, intendiamoci, non è quel dubbio atroce che può generare insicurezze che possano segnare il percorso di una vita o che possano generale la pluri-inflazionata madre di tutti i problemi che attanagliano l'umanità.
no di certo!
ma la storia del duna jam, evento organizzato in piena area protetta poi spostato in altra location, ha messo a dura prova, la mia, più che proverbiale (ma quando mai?), lucida, pacata e pacifica esistenza.
spiego per chi non conosce la questione, anche per i miei amici non manduriani, non tarantini, non pugliesi, non italiani.
dopo dure battaglie, lotte, firme, carte bollate e "muffittuni" (schiaffi in faccia, sulla guancia o sulle labbra e naso, a peso morto. dal non confondersi col "ricchiali" che è uno schiaffo lesto, veloce e forte che colpisce la parte orecchio-guancia……vabbè divagavo)….ehm ehm....dicevo dopo, appunto, dure lotte, grazie al coraggio di un manipolo di ambientalisti (roberto dostuni, benedetto quaranta e gregorio perrucci) e di un sindaco (gregorio pecoraro), il 23 dicembre del 2002 con la legge regionale n°24 vengono istituite, nel territorio della mia città, manduria, le riserve naturali regionali orientate del litorale tarantino orientale, comprendenti le aree naturali "foce del chidro", "salina dei monaci", "palude del conte e dune costiere", "bosco cuturi e rosa marina".
lo spirito di quel manipolo di ambientalisti era quello di preservare "pezzetti" del nostro territorio, per preservare la biodiversità, la vita per le future generazioni, pensando non all'immediato ma ai nostri figli, pronipoti. le finalità, quelle tecniche….. beh, le finalità ve le andate a leggere sul bollettino ufficiale della regione puglia, n°164 del 30 dicembre 2002.
dopo l'istituzione, il mandato, a gestire le riserve naturali, è stato dato al commissario straordinario, nello specifico, il sindaco che a sua volta ha nominato un direttore.
ad ogni amministrazione c'è un nuovo direttore.
da quando sono state istituite, per le riserve, si è fatto ben poco per proteggerle realmente.
ed allora incuria, stato di abbandono, furti, vigilanza inesistente, tanto da creare nell'immaginario comune che lì in quel pezzetto di territorio da preservare, ognuno può fare quello che vuole!
d'estate, infatti, impazza la "salina-mania": oltre ai camperisti selvaggi (in sosta gratuita in tutti i sensi) anche lorde di comitive pronte ad organizzare feste abusive in area protetta nella riserva naturale della "salina dei monaci".
festa su feste, alcune da sembrare veri e propri rave, tanto da dare l'opportunità a gente che, amando la musica, ha avuto l'intuizione di organizzare un mega concerto (dai gruppi invitati….suppongo….concerto rock) …..e perché se non nella riserva naturale protetta della "salina dei monaci"?
qui, entra il mio personaggio, in questo complesso e chiassoso palco che è la socialità e l'interazione sociale!
gli inviti per le feste abusive, siccome abusive, sono col passa parola……il sottoscritto ad ogni festa ha cercato invano di far perdere l'interesse facendo capire l'enorme errore: prendere parte a feste organizzate in area protetta da l'occasione ad organizzarne altre.
quindi, mi è parso necessario bloccare questa emorragia del divertimento così dannoso.
metto su facebook, in diverse pagine, il seguente mio pensiero: "chi partecipa a feste organizzate in area protetta è peggio di chi le organizza".
leggo un commento di una ragazza.....che non è sempre così, perché c'è evento ed evento…..ecc.ecc.
io le rispondo le solite cose, che è necessario tutelare le riserve per diversi motivi, ecc.ecc. e che eventi possono essere organizzati altrove.
leggo su facebook che c'è un evento "duna jam 2011" litoranea salentina nei pressi della salina dei monaci, penso…ah si….questo è l'evento di cui mi parlava la ragazza.
leggo il tutto anche un commento della ragazza che presumibilmente si riferiva alla mia attività di "guastatore" di feste abusive in area protetta e che recita:"occhio, ci sono avvoltoi in giro".
scrivo, non scrivo?
scrivo: "per favore, cambiate location".
è cambiato tutto.
non l'avessi mai scritto…..
ho una canzone che da un pò di giorni mi frulla in testa.
"chi canta è un uomo libero da qualsivoglia ragionamento.
chi canta è già contento di quello che non ha.
su cantiam su cantiam, evitiamo di pensar per non polemizzar, mettiamoci a cantar".
nella mia mente, tra pensieri personali, storie love e non, familiari, figlio diciassettenne che sgomita e tira calci e si prende pure pugni in faccia, questa canzone si è insinuata a dovere e mi fa dimenticare tutto.
o quasi tutto.
perché poi, accendi il tuo bel mac book ti colleghi alla tua personale pagina di facebook oppure esci di casa, e ti accorgi che la polemica è in agguato!
è li che ti aspetta dietro l'angolo, o è seduta al tuo tavolo prenotato o sulle pagine delle "persone che potresti conoscere".
e che polemica!!!
praticamente sono oggetto d'insulti, risatine ironiche (di quelle non proprio da amico) e sguardi del tipo "eccolo là, quello che non vuole che la musica trionfi e che, soprattutto ci sta mettendo in difficoltà ad organizzare il nostro bel concerto".
e poi ancora parole….voci……"i verdi…..hanno sempre qualcosa da dire…… però sul fatto che in quella stradina del centro storico, dove tutti ci passano in contromano, non dicono niente?"….. e ancora… "sul fatto che…. e che… che pure …. e che… e che….. e che"……parole, parole, parole…..
mi difendo, parlo con tutti….. ma che stanchezza!!!
di questa vicenda, ci sono state delle cose che mi hanno mortificato.
il comune di manduria, nel rifiutare l'autorizzazione agli organizzatori del duna jam, non ha motivato realmente il rifiuto ed ha dato colpe ai soliti ambientalisti trincerandosi vigliaccamente dietro……ma guarda un pò.... i soliti ambientalisti.
poca gente mi è al fianco nel difendere le riserve e far capire il concetto di area protetta (per ulteriori informazioni, rimando al bollettino ufficiale della regione puglia oppure, su google, scrivete "area protetta").
poca gente mi è al fianco nel difendere la mia persona: sono accusato d'incoerenza.
stando a questi signori, il sottoscritto, deve, ogni sera, andare in area protetta e fare multe agli organizzatori delle feste abusive.
ipotesi abbastanza ridicola (immaginate, io, vestito da guarda forestale o carabiniere o vigile urbano col taccuino delle multe tra le mani a fare multe agli avventori delle feste abusive "dica?….concilia?") e allo stesso tempo, appunto, mortificante perché questa è una tesi avanzata da diverse persone.
ora, come ho scritto all'inizio, l'evento duna jam si farà in altra sede, in una bellissima location alle spalle della pineta di s. pietro in bevagna.
ora, dopo tutto questo bel (bel? mah...) racconto….. secondo voi, io, vado o non vado a questo "DUNA JAM"?
si! andrò al duna jam, organizzato nella nuova location e non in area protetta, perché io sono per la musica che rispetta l'ambiente il territorio, la vita.

"su cantiam su cantiam, evitiamo di pensar per non polemizzar, mettiamoci a cantar".

giovedì 2 giugno 2011

Manduria si mobilita sui referendum

Giovedì 2 giugno 2011


Aperta in Piazza Garibaldi (angolo Piazza Ciracì) la sede del Comitato cittadino “Pro Si”, costituitosi il 18 maggio scorso per promuovere la conoscenza sul contenuto dei quattro quesiti referendari e la partecipazione al voto. Sarà  inaugurata ufficialmente
Sabato 4 giugno alle ore 19,30. Il comitato ha già raccolto i consensi di numerosissimi cittadini e delle forze del volontariato e dell’associazionismo cittadino; si tratta ora di agire capillarmente tra la gente per informarla sulla necessità di andare a votare il 12 e 13 giugno al fine di raggiungere il “quorum” (percentuale minima di votanti), senza il quale il referendum non è valido. Il Comitato si propone, inoltre, di far comprendere a tutti la necessità di esprimere quattro “si”, in risposta ai quesiti referendari, per affossare definitivamente ogni ipotesi di ritorno al nucleare, per conservare all’acqua la sua caratteristica di bene comune, non commerciabile, per tutelare l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La coordinatrice, Prof.ssa Liliana Digiacomo, fa appello a tutti coloro che condividono queste posizioni affinchè si mobilitino e diano il loro contributo per portarle alla vittoria nelle urne elettorali. A tale scopo il Comitato funge da raccordo con quei Partiti politici (Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Partito Democratico, S.E.L. e Verdi)  e quei Comitati (come il Forum per l’acqua) che si sono fatti promotori della raccolta delle firme per i referendum o che sin dall’inizio hanno dato la loro adesione ad essi, in modo da realizzare iniziative congiunte che richiamino il maggior numero di persone possibile. La prima di queste iniziative verterà sul tema del nucleare e avrà luogo a metà della prossima settimana.
Maggiori precisazioni in seguito.

lunedì 2 maggio 2011

il mio discorso alla festa del 1° maggio a manduria

Lunedì 2 maggio 2011 



gregorio mariggiò

Quella del 1° Maggio è tradizionalmente una ricorrenza festosa, ma oggi non ci si può nascondere che stiamo vivendo un periodo che non è azzardato definire di emergenza democratica. Mai nella storia del nostro paese si era verificato un attacco così sistematico alle istituzioni democratiche: un attacco portato non con le bombe e le stragi delle B.R. e dei gruppi eversivi dei cosiddetti anni di piombo, ma attraverso una strategia se possibile ancor più pericolosa, perché volta al progressivo svuotamento, alla delegittimazione, delle istituzioni democratiche. Attori di questa strategia sono il Governo e, in prima persona, il Presidente del Consiglio, i quali, complici di un Parlamento di nominati, che non rappresentano più che sé stessi, e una stampa ed una televisione pressoché totalmente asservite, non esitano a porre in essere ogni possibile stratagemma per stravolgere ed annientare quell’equilibrio e quel bilanciamento tra i poteri dello Stato che è il cardine della nostra Costituzione. Ora precisamente questo cardine e cioè il bilanciamento dei poteri e la relativa indipendenza l’uno dall’altro, non è per noi Verdi modificabile, in quanto in esso risiede l’unica garanzia di libertà e di uguaglianza per i cittadini. Assistiamo invece ad un progressivo svuotamento delle funzioni del Parlamento: basti pensare a come il Parlamento si sia trasformato in un semplice notaio estensore della volontà del Governo, grazie ai deputati e senatori della maggioranza, che tutto debbono al Premier, alla cui sorte sono legati a doppio filo e pertanto hanno ogni interesse a mantenerlo al suo posto il più a lungo possibile, per quante sciagurate iniziative legislative egli voglia intraprendere. Assistiamo inoltre ad un vero e proprio attacco all’indipendenza della magistratura, che si manifesta nella volontà di porre il Pubblico ministero sotto il controllo del Governo o di voler abbreviare i termini della prescrizione, cosa che ridurrebbe fortemente il diritto alla giustizia di noi comuni cittadini, ma risolverebbe sicuramente i molti guai giudiziari del suddetto Premier.
Dunque, se un primo significato dobbiamo attribuire a questo nostro stare insieme oggi E’ proprio quello di una difesa ad oltranza della Costituzione, perché in essa risiedono i nostri diritti inalienabili, di cittadini e non di sudditi, che dobbiamo salvaguardare da ogni sorta di deriva populistica. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei modi e nelle forme stabilite dalla Costituzione: una di queste forme è il referendum, che il Governo, sempre con la complicità della maggioranza parlamentare, sta cercando in ogni modo di boicottare con il trucco indegno di emanare un decreto di rinvio del programma nucleare, nella speranza che la Corte Costituzionale dichiari inutile il referendum. Un trucco che il capo del Governo ha baldanzosamente spiegato, con tutta l’impudenza di cui è capace, perché abituato ad avere di fronte a sé sudditi e non cittadini.
Noi facciamo appello al Capo dello Stato affinché non firmi un provvedimento di questo genere e alla Corte Costituzionale perché mantenga la lucidità e l’imparzialità che le competono, ma se così non fosse la nostra parola d’ordine è: ” il 12 e 13 giugno si vota comunque!” Andiamo in Piazza, davanti ai Municipi, votiamo su dei foglietti qualunque, ma facciamo sentire la nostra volontà e la nostra voce, forte e chiara, contro la costruzione di centrali nucleari, contro la privatizzazione dell’acqua, contro il legittimo impedimento, che di fatto sancisce che non tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
La battaglia contro il nucleare è una battaglia per la democrazia. Si parla giustamente della pericolosità del nucleare, delle conseguenze incalcolabili degli incidenti, non solo quelli grandi, ma anche quelli piccoli che si verificano ogni giorno a nostra insaputa, del costo non quantificabile dell’energia prodotta dall’atomo, del problema irrisolto delle scorie, alcune radioattive per centinaia di migliaia di anni (contrariamente a quanto si vuol far credere, nessun paese al mondo ha individuato un sito definitivo di stoccaggio delle scorie), della scarsa disponibilità di uranio. Ma non si riflette spesso sul fatto che affidarsi al nucleare significa perpetuare il potere pressoché assoluto che le multinazionali dell’energia, operando in regime di monopolio, esercitano su di noi. Puntare sulle grandi centrali, sui megaimpianti, affidarsi, per di più, ad una fonte energetica, destinata a finire tra non molto, significa mettere il nostro futuro nelle mani di gruppi di potere, più forti degli stessi governi nazionali, le cui scelte ricadrebbero su di noi senza la possibilità di far sentire la nostra voce. Puntare sull’eolico, sul fotovoltaico e sulle altre fonti rinnovabili, con impianti di produzione piccoli e diffusi sul territorio, significa porre le basi per una gestione plurale e democratica delle risorse energetiche, che sarebbero commisurate ai bisogni dei cittadini e da essi gestibili e controllabili. Ecco perché battersi per la diffusione delle fonti rinnovabili e chiedere al Governo di ripristinare le misure che le incentivano. Significa non solo battersi per la riduzione di una fonte gravemente inquinante, e responsabile in misura sensibile dell’innalzamento della temperatura del Pianeta, ma anche impegnarsi per una diversa dimensione dell’universo economico, cioè del modo in cui l’uomo risponde ai suoi bisogni. E’ tempo, secondo noi, di una vera e propria riconversione ecologica dell’economia, perché il sistema attuale, basato sul perpetuarsi del ciclo produzione-consumo, non solo ci porta a delle crisi economiche ripetute e sempre più devastanti, ma sta mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa del Pianeta: il divario tra il nord e il sud del mondo è sempre più vasto e il livellamento auspicato si è compiuto solo a danno della classe lavoratrice che, anche nei paesi ad economia avanzata, vedono ridursi ogni giorno i loro DIRITTI, tanto faticosamente conquistati, mentre aumentano i margini di RICATTO da parte di una classe imprenditoriale che ha trovato nel mercato globale una ghiotta opportunità per COLONIZZARE le economie emergenti e manodopera a buon mercato, perché priva di tutele. Ma davvero qualcuno ancora crede che ad  assicurare il futuro benessere dell’umanità basti perpetuare e diffondere i nostri dissennati consumi? E’ stato calcolato da agenzie internazionali legate all’O.N.U. che se tutti gli abitanti della Terra avessero il tenore di vita dei cittadini statunitensi, avremmo bisogno di sei Pianeti. Non è forse arrivato il momento di pensare un nuovo modello economico, che non abbia il suo cardine  nello sviluppo, ma si ponga piuttosto in una dimensione di decrescita, vale a dire adotti un ritmo di consumo delle risorse naturali commisurato alla loro riproducibilità? Secondo noi Verdi una riconversione in senso ecologista dell’economia è non solo possibile e necessaria, ma urgente. Un’economia pensata in termini di RICONVERSIONE ECOLOGICA è in grado di assicurare, oltre naturalmente alla salvaguardia dell’ambiente, benessere e posti di lavoro. Lo dimostra la velocità con cui la Germania è uscita dalla crisi, puntando sull’energia da fonti rinnovabili, sulla bioedilizia, sulla strategia rifiuti-zero, sul trasporto su rotaia, in una parola su quella che viene definita”green economy”. La stessa Germania si pone ora l’obiettivo di chiudere gradualmente tutte le centrali nucleari e di ricavare, entro il 2050, l’ottanta per cento dell’ energia di cui ha bisogno da fonti rinnovabili. E’ appena il caso di sottolineare che il Governo italiano sta imboccando esattamente la strada opposta.
Ecco che, ancora una volta, i temi ambientali si coniugano con quelli del lavoro, dell’occupazione, mai in Italia a livelli così bassi, in particolare per ciò che riguarda i giovani.
Gran parte della strategia del nostro sistema economico passa attraverso il conflitto da esso creato ad arte tra diritto al lavoro e diritto alla salute: volete un salario? Volete conservare il vostro posto di lavoro? Dovete accettare un margine di rischio per la vostra salute e per la vostra stessa vita. Per troppo tempo i Verdi sono stati visti dai lavoratori, di qualunque settore che comportasse un danno ambientale, come dei nemici, un pericolo per il mantenimento del loro salario. Paradossalmente, il lavoratore diveniva, e troppo spesso ancora diviene, complice del  suo padrone nel sorvolare sulle misure di sicurezza, sui mancati controlli, sulle insufficienti misure di mitigazione del danno ambientale, in una sorta di “sindrome di Stoccolma” (la definizione non è mia, ma dell’amico Giovanni Melle) per cui il sequestrato finisce col diventare complice, oltre che succube, del suo sequestratore. Questa sindrome noi Manduriani e abitanti di Taranto e provincia, nonostante vi sia stata, negli ultimi anni, una notevole presa di coscienza, l’abbiamo vissuta e la viviamo ancora nei confronti dell’ILVA. E questo ci riconduce al tema della serata: “vivere e morire all’Ilva di Taranto”. Purtroppo si muore anche fuori dello stabilimento e, pur in assenza di una indagine epidemiologica, da noi Verdi più volte reclamata e mai ottenuta, credo, sia ormai un dato acquisito alla coscienza di tutti, anche grazie all’impegno delle tante associazioni ambientaliste operanti nel territorio, che il proliferare delle malattie tumorali ed altre malattie, tra gli abitanti della città di Taranto e in provincia, abbia un responsabile principale nell’ILVA. La verità, per troppo tempo insabbiata e distorta, viene finalmente alla luce, tanto che il Partito dei Verdi si è fatto promotore di un’azione giudiziaria collettiva nei confronti dei vertici della fabbrica.
Occorre iniziare a pensare ad un dopo-Ilva, posto che la presenza di un simile stabilimento in prossimità della città, per quante misure mitigatrici si vogliano adottare, è incompatibile con il diritto alla salute di tutti. Quando si pensa che la diossina è presente nel latte materno, ogni considerazione di carattere opportunistico, ogni posizione ricattatoria, ogni rinvio deve essere accantonato: siamo in presenza di una situazione insostenibile per i suoi costi, umani e sociali, che deve essere rimossa. Sulla base di queste considerazioni noi Verdi, ci siamo espressi a favore di una riconversione in senso ecologico dell’area industriale di Taranto. Mi spiego meglio, stiamo lavorando su un progetto serio e concreto, con l’aiuto di scienziati ed economisti di riconversione ecologica dell’area industriale di Taranto, tenendo conto di tutti i posti di lavoro e immaginando anche l’incremento di più posti di lavoro.
Il senso del nostro impegno è comunque che diritto al lavoro e diritto alla salute debbano essere da ora in poi le due facce di una stessa medaglia e l’auspicio è che su questi temi si possa trovare un’ampia convergenza, per il bene di tutti noi. Sono i temi e i problemi di questo genere che gli Italiani vorrebbero vedere affrontati e risolti e che giornate, come questa, hanno il compito di richiamare all’attenzione di chi ci governa. Purtroppo costoro hanno ampiamente dimostrato da che parte stanno: lo hanno dimostrato con il decreto del 15 agosto 2010, che consente all’Ilva di inquinare di più in termini temporali. Dunque non resta che mobilitarsi, sempre e dovunque, riappropriarsi dell’iniziativa democratica, assumere su di sé la responsabilità e l’onere di cambiare le cose.
Questo è il significato più importante che possiamo dare a questo nostro incontro.

lunedì 11 aprile 2011

Saggi geo-sismici nell’adriatico: il Governo torna all’attacco

Lunedì 11 aprile 2011



Il Governo torna all’attacco del nostro territorio. Il pericolo è stato segnalato più volte e in più occasioni dai Verdi ed ora si materializza. Apprendiamo dalla stampa che il Ministro Prestigiacomo (Ministro”contro l’ambiente” più che” Ministro per l’ambiente”) ha autorizzato la compagnia irlandese Petroceltic ad effettuare dei saggi geo-sismici nell’Adriatico e precisamente pochi chilometri al largo delle Isole Tremiti, ma non in acque pugliesi, finalizzati a verificare la presenza di giacimenti petroliferi. Il Ministro ha così forse inteso aggirare il no della Regione Puglia a questo tipo di indagini, ignorando nel contempo la forte presa di posizione dell’intero Consiglio Provinciale di Foggia, P.D.L. compreso. I saggi verranno effettuati con la tecnica dell’”air-gun”, generazione di potenti onde sonore che viaggiano in acqua a velocità quattro volte superiore che sulla terra , arrivando a molti chilometri di distanza. Proprio queste onde sono responsabili della perdita dell’orientamento di molte specie marine, provocandone lo spiaggiamento. Ma lo scenario più preoccupante si delineerebbe qualora le indagini così effettuate dovessero dare esito positivo, nel qual caso si procederebbe con le trivellazioni, le cui conseguenze avrebbero un effetto devastante sull’equilibrio geologico delle nostre coste, sino a provocare dei veri e propri eventi sismici. Non a caso una serie di interventi legislativi ne ha vietato l’effettuazione nel Golfo di Venezia! Ancora una volta dobbiamo verificare che ciò che non è gradito al Nord, in quanto pericoloso, è invece considerato accettabile e realizzabile al Sud. Oltre tutto, il petrolio dell’Adriatico è di bassissima qualità e pertanto richiede operazioni di raffinazione altamente complesse e inquinanti; che cosa allora lo rende appetibile alle multinazionali? La risposta è facile: le royalties, che sono le più basse del mondo.
Il nostro grado di allerta rispetto a questa ennesima minaccia deve essere massimo, anche perché è stato a suo tempo segnalato l’interesse delle compagnie petrolifere anche per il Golfo di Taranto. Alcuni Comuni della costa adriatica si sono già mobilitati contro ogni possibile attività estrattiva nel loro mare. La stessa cosa dovremmo fare noi: ricordiamo, “en passant”, che i Consiglieri Comunali dei Verdi di Manduria, Perrucci e de Bartholomaeis, presentarono una mozione in tal senso già nel maggio dello scorso anno, mozione che fu respinta dalla maggioranza di centro-destra, che si fidò delle rassicurazioni del Ministro Prestigiacomo. Ora questa mozione sarà ripresentata e ci auguriamo che questa volta venga accolta favorevolmente, non solo, ma che la stessa Provincia di Taranto, possa seguire l’esempio di quella di Foggia.

Gregorio Mariggiò
Presidente dei Verdi per la Costituente Ecologista per la provincia di Taranto

lunedì 28 febbraio 2011

Lettera aperta all'Assessore regionale all'ambiente - Avviare l'indagine epidemiologica

Lunedì 28 febbraio 2011


Con troppa superficialità, a nostro avviso, l’Assessore Nicastro risponde al comunicato stampa dei Verdi, a proposito della legge regionale sul benzo(a)pirene. I rapporti Stato –Regioni, in materia di ambiente, non sono poi così semplici e scontati come egli vorrebbe far credere. Infatti, mentre sembrerebbe superfluo ricordare l’articolo 117 della Costituzione italiana (“Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”), consigliamo invece all’Assessore di rileggere la sentenza n°62 del 2005 della Corte Costituzionale, che attribuisce alla tutela ambientale la natura di “materia trasversale”, il che consente al governo di usarla come grimaldello sulle competenze regionali. La Corte, cioè, ha riconosciuto allo Stato il potere di fissare standard di tutela uniformi sul territorio nazionale. E’ stata questa sentenza che ha consentito la censura di alcune leggi regionali che dichiaravano il territorio regionale “denuclearizzato” e invadevano così la  competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente. E’ lecito dunque dubitare dell’efficacia della legge regionale testé approvata, come deterrente rispetto a quanto stabilito dal decreto 155/2010, non solo riguardo ai livelli di benzo(a)pirene, ma anche ai termini temporali: dire infatti ”nel più breve tempo possibile”, anche l’Assessore ammetterà, è abbastanza generico, trattandosi di un cancerogeno di classe “A” e non di borotalco! Al contrario, ci chiediamo ancora una volta perché la Regione Puglia non abbia sollevato la questione di legittimità, entro il 14 novembre 2010, rispetto al decreto 155/2010, in quanto non rispondente alla Direttiva europea  50 del 2008, come noi Verdi avevamo richiesto circa 6 mesi fa. Tra l’altro, è falso che il DLgs 155 abbia “spostato solo i limiti”! I limiti sono resi compatibili con i costi economici da sostenere per l’intervento tecnologico atto al rispetto degli standard di emissione e validi anche rispetto all’uso delle migliori tecnologie disponibili da applicare nel procedimento di AIA. Al di là delle polemiche che non interessano a nessuno, all’Assessore Nicastro, sempre a nostro modesto avviso, chiediamo di  esercitare il proprio ruolo cercando di attivarsi per iniziare quell'indagine  epidemiologica che come Verdi abbiamo più volte  chiesto al Presidente della regione senza mai ricevere risposta. Si tratta di tutelare realmente la salute di chi vive in quelle aree e di non dimenticare i tanti ma tanti operai e cittadini che hanno perso la vita per il sol fatto di abitare in quelle zone inquinate. Ci attendiamo risposte positive di iniziative in tal senso.

Bari 28 febbraio 2011
Presidente Regionale dei Verdi Domenico Lomelo
Presidente Provinciale Taranto   Gregorio Mariggiò