venerdì 21 novembre 2014

Solidarietà dei Verdi ai parenti delle vittime e ai cittadini tutti di Casal Monferrato

I Verdi della Provincia di Taranto manifestano la loro solidarietà ai parenti delle vittime e ai cittadini tutti di Casal Monferrato, dopo la scandalosa sentenza della Cassazione sul disastro Eternit. 
Oggi, 21 novembre 2014 alle 10 e 30, a Taranto, di fronte all’ingresso dell’aula del tribunale dove si stava svolgendo il processo per l’Ilva, i Verdi insieme col movimento civico “Taranto Respira”, hanno manifestato con un minuto di silenzio, esibendo alcune copie della Costituzione Italiana listate a lutto. 
I familiari dei 3.000 morti provocati dall’amianto non hanno ricevuto giustizia e non avranno diritto ai risarcimenti, mentre i responsabili non vengono condannati. Se ne deduce che il nostro Paese garantisce  l’impunità a chi produce inquinamento realizzando grandi profitti.

Ora, altri processi per disastro ambientale salteranno, grazie al Parlamento italiano. Infatti, mentre Renzi, forte della sua maggioranza, sull’onda emozionale dell’indignazione per la conclusione del processo Eternit, va propagandando che cambierà la norma sulla prescrizione nei processi, in Parlamento, si sta tentando di far approvare la riforma sui reati ambientali. Con l’introduzione dell’art.452 ter nel Codice Penale, contenuta nella legge sui reati ambientali, approvata alla Camera nei mesi scorsi e in discussione al Senato, per diventare reato, il disastro ambientale o il danno all’ecosistema dovranno essere irreversibili: una cosa molto difficile da dimostrare, perché proiettata in un futuro, per definizione inconoscibile. Un aiuto alla grande industria, che così potrà paralizzare i processi per dimostrare, perizia su perizia, che il danno perpetrato non può essere considerato irreversibile.
Gregorio Mariggiò – portavoce dei Verdi per la provincia di Taranto

*foto di Ugo Leo

mercoledì 24 settembre 2014

Nuovo film di Luis Buñuel dal titolo "il fascino discreto del sindaco”

Continuano ancora oggi le riprese del nuovo film di Luis Buñuel (per l'occasione, resuscitato), dal titolo "il fascino discreto del sindaco”.

Trama*
In un'immaginaria repubblica delle banane, si tenta di organizzare un’incontro tra politicanti e tecnici in regione che, per vari motivi, non avrà mai luogo: un'incomprensione sul giorno dell'invito, una città  in cui si assiste alla veglia dei cittadini morti, le manovre dell'esercito del “Partito del Rancore” nel giardino del municipio, ecc. 
In questo film, il sogno e la realtà formano una miscela indissolubile come vuole la tradizione surrealista, di cui Luis Buñuel è capostipite e maestro.
La pellicola rivela i vizi di una società meschina, non vuole essere una vera e propria denuncia quanto un'ironica e surreale presa in giro di questa classe politica. 
Il primo cittadino e i suoi assessori sono dei gentlemen che nascondono, dietro al loro culto per le buone maniere, segreti al limite del grottesco.
Particolarmente riusciti, e comici, sono i dialoghi: i personaggi si esprimono tutti in modo perfetto; il loro linguaggio è curato, elegante, contenuto, intriso di gentile ipocrisia.

Il mondo rappresentato da questo film non è né logico né razionale; vi sono diverse contraddizioni delle quali non viene fornita alcuna spiegazione; tutto ciò che accade è naturalmente accettato dai personaggi, anche nell'impossibilità o nella contraddizione; e ciò contribuisce all'atmosfera onirica nel senso più surrealista del termine. 













* da wikipedia, la trama del film riveduta e corretta de "Il fascino discreto della borghesia" di Luis Buñuel

giovedì 17 luglio 2014

Il nostro prezzo da pagare a norma di legge

Nel mondo, in ogni continente, c'è più di una guerra tra popoli, tra razze, tra persone di diversa religione.

In questi giorni, leggendo e navigando su facebook, tante condivisioni, tante foto sul conflitto in medio-oriente, mi hanno fatto riflettere.
Condividendo le foto è come se, in un modo o in un altro, ci si senta meglio.
si denuncia e ci si sente meglio.
Anche perché si è lontani dai vari conflitti e quindi bastano 5 minuti per condividere, rattristarsi, bestemmiare contro l'aggressore e poi riprendere la vita di sempre.
Da ecologisti, da anni, cerchiamo di divulgare la cultura ecologista e pacifista, ma, oggi, è arrivato il tempo di riflettere e di agire e non solo con le condivisioni delle foto su facebook o twitter o con le condivisioni dell'articolo (shock) del reporter inviato al fronte.
E' il momento di agire materialmente, in prima persona, per un mondo migliore.
E' il momento di agire per il nostro piccolo mondo: pianeta terra, europa, italia.....
E' il momento di agire per la nostra esistenza, per l'esistenza dei nostri figli e dei nostri cari.
E' il momento di agire per il "giusto lavoro".
Non voglio tediare nessuno e, personalmente, mi sento molto vicino a tutti i popoli e a tutti i cittadini oppressi.
Anche in italia c'è un conflitto.
Anche in italia, ogni giorno, c'è tanta gente che muore e che si ammala.
Parlo dell'inquinamento prodotto dalla grande industria che ha causato morte e malattie e che, in un certo senso, queste morti, queste malattie, altro non sono che i costi del nostro sviluppo industriale.
Scrive Gianfranco Bettin che la storia industriale del nostro paese “è di certo una storia di asservimento della salute umana e dell’ambiente alla logica del profitto, secondo la quale la natura, esattamente come forza lavoro e la vita umana in generale, non sono che fattori della produzione ed è ovvio sfruttarli fino in fondo. La legislazione ha seguito questa logica, come la politica economica, come l’azione non solo dei ministri e governatori e sindaci e assessori, ma anche, di funzionari ministeriali e burocrati addetti ai lavori a ogni livello.”
Le industrie inquinanti di Taranto, Priolo, Milazzo, Seveso, Trino Vercellese, Casale Monferrato, Montalto di Castro, Brescia, Porto Marghera, Gela, Perdas de Fogu e tante altre....non nascono da un formale abuso ma da un atto di pianificazione industriale.
Non si muore e non ci si ammala per differenze tra popoli, razze o religioni ma per il profitto di pochi, a norma di legge e agendo poi sul ricatto occupazionale.
E noi?
Per noi, il sacrificio di chi muore o i sacrifici esistenziali di chi si ammala, sono il prezzo da pagare per il progresso, sono il prezzo da pagare per chi ha il posto di lavoro proprio in quelle fabbriche che "gemmano" morte e malattia.
Noi tutti, cittadini e lavoratori, continueremo a pagare questo prezzo con la vita e la salute e lo faremo fino a quando, in Italia, non ci sarà una riconversione ecologica dell’economia, cosa che difficilmente potrà accadere, fin quando ci sarà questo governo nazionale, questa "composizione" parlamentare e con gli ecologisti fuori da ogni istituzione.

gregorio mariggiò 

mercoledì 16 luglio 2014

Il polo universitario di Taranto deve essere rilanciato e non ridimensionato!

Il polo universitario deve essere rilanciato e non ridimensionato!
Da sempre come Verdi Taranto sosteniamo il polo universitario di Taranto e intendiamo partecipare alla raccolta di firme voluta dal prof. Antonio Uricchio, e dai responsabili del Dipartimento jonico che si terrà giovedì 17 alle ore 16 presso l’ex Caserma Rossarol e finalizzata a chiedere un finanziamento straordinario nella prossima legge di stabilità, al posto dei tagli che si profilano. L’ateneo chiede aiuto alle istituzioni locali e noi lo sosterremo ben consapevoli del contributo che ha dato per la rinascita dell’isola, per la crescita culturale della città e di quanto ancora può fare per costruire un futuro migliore e diverso attraverso la ricerca e la formazione in settori innovativi. Come recita il documento dell’università, “Taranto non merita ulteriori danni. E’ una città che va risarcita. Non ha bisogno di mance. Deve solo ripartire da concrete possibilità di sviluppo che, oggi, non s’intravvedono.”
Il rilancio dell’economia locale passa attraverso lo ricerca e l’alta formazione, non certo dalla diossina o da Tempa rossa e di conseguenza il polo universitario deve essere rilanciato e non ridimensionato. 

I coportavoce dei Verdi Taranto
Ada Lenoci
Luca Piccione

Il portavoce dei Verdi per la provincia di Taranto

Gregorio Mariggiò

giovedì 10 luglio 2014

Commento dei Verdi sulla crisi dell'amministrazione comunale di Manduria


Comunque vada a finire la crisi in atto, sono già incalcolabili i danni arrecati alla nostra comunità da questa “compagine amministrativa”, che in realtà tale non è stata mai. Nata con l’ausilio di un pallottoliere, sommando alla rinfusa gruppi  e singole individualità, lontanissimi gli uni dagli altri per  convinzioni, storie politiche, modelli comportamentali ed altro, si è subito caratterizzata per un tasso di litigiosità forse mai raggiunto prima, ma che era fin troppo facile prevedere proprio in considerazione della eterogeneità di obiettivi e metodi di cui erano portatori i suoi componenti. La paralisi, la contraddittorietà, il pressappochismo con cui questa amministrazione si è mossa in tutti i settori della vita pubblica, l’indisponibilità all’ascolto e al confronto, la ripicca e la rivalsa verso gli avversari politici di ieri, gli scivoloni “istituzionali” e tutto quanto l’ha contraddistinta in negativo in questi mesi sono sotto gli occhi di tutti. Ma ciò che rende il tutto  ancora più grave è che è stato intrapreso sotto la bandiera del civismo. Messa in piedi nel momento in cui l’antipolitica nel nostro paese toccava il suo massimo, l’alleanza elettorale guidata dal sindaco Massafra ha fatto di questa antipolitica la sua bandiera, presentando le liste civiche ( vere o presunte che fossero) che la componevano come la sacrosanta reazione della società civile ai danni e ai guasti dei partiti tradizionali. L’epilogo e il consuntivo della vicenda lo vediamo in questi giorni e lo leggiamo nel documento politico che lo stesso sindaco sottopone alla sua ipotetica , futura maggioranza. Un documento che in realtà di politico non ha nulla , ma è solo un piccolo trattato di logica spartitoria, in cui si fa coincidere il concetto di dignità di una forza politica con la sua visibilità, che a sua volta coincide con l’occupazione di un posto in giunta; un documento che è una summa di tutto il peggio della cattiva politica di ieri e di oggi, che queste finte liste civiche avevano evidentemente nel proprio DNA e che ha viziato sin dall’origine l’esperimento di Massafra; un documento dal quale apprendiamo, al punto primo, che un programma amministrativo è ancora tutto da definire. Dunque, prima si distribuiscono le poltrone e poi si decide il da farsi. Ma che importa? La città può attendere. Per quale intervento miracoloso potranno recuperare coesione e unità d’intenti persone e forze politiche che sino a ieri si sono affrontate all’arma bianca non è dato sapere. Ma che importa? C’è tempo per un altro giro di giostra.
Partito dei Verdi di Manduria

martedì 24 giugno 2014

Finalmente anche San Pietro in Bevagna si attrezza per accogliere i turisti dal palato fine

Erano anni che aspettavamo e finalmente anche San Pietro in Bevagna, al pari di ben più rinomate località turistiche, si attrezza per accogliere i turisti dal palato fine. Le carenze strutturali e i disservizi, che hanno da sempre caratterizzato la nostra bella Marina, finalmente sono state superate e con ogni probabilità, anche noi, dal prossimo anno avremo l’onore di poterci fregiare delle famose ed ambite “bandiere blu”. Aree di verde attrezzato per picnic, bagni pubblici ecosostenibili, passerelle per disabili ed addirittura posti letto gratis per i meno abbienti, il salto di qualità è notevole ed inaspettato. Sicuramente in qualche località balneare lungo lo Stivale, queste opere sono state realizzate, sicuramente qualche località balneare lungo lo Stivale, il prossimo anno riceverà le sue meritate bandiere blu, ma sicuramente questa località, non sarà San Pietro in Bevagna e sicuramente non lo sarà per molti anni a venire. La realtà è ben diversa da quella fantasticata. Nessuna area verde attrezzata per picnic, ma solo degrado, sporcizia e spazzatura sparsi per tutta la pineta, non curata e lasciata in totale stato abbandono; tavolini e panche costruiti nel migliore stile IKEA, con le assi divelte dalla passerella costruita tra le dune. All’ombra dei pini, si vedono sparuti gruppi di turisti pendolari, professionisti del mordi e fuggi, che impavidi e non curanti dei cumuli di immondizie, banchettano e si beano del fresco. Attraversata finalmente la pineta si arriva alle dune, tra i cespugli, e viene subito voglia di aprire le braccia, per riempire i polmoni degli incantevoli profumi tipici della macchia mediterranea e invece, solo puzzo nauseabondo. I cespugli trasformati in bagni all’aperto, deiezioni sparse ovunque, così come sparsi ovunque si rinvengono rifiuti di ogni genere. La passerella in legno tra le dune, quella rimasta, perché parte è stata utilizzata per costruire tavoli da picnic, sembra un percorso ad ostacoli, difficilmente praticabile per normodotati, figuriamoci per i portatori di handicap. La cosa che però lascia letteralmente senza parole, sono dei giacigli ricavati sotto le macchie, sicuramente rifugio notturno per poveri disperati e sventurati, i quali riposano coprendosi con un lenzuolo di stelle, ma sicuramente meriterebbero un letto ed un pezzo di casa. La stagione estiva è iniziata, gli ambulanti già posizionati, i camion per il trasporto dell’acqua in pole-position, i festeggiamenti in onore di San Pietro e Paolo ormai alle porte, eppure nessuna attenzione per la pineta e le dune, che sono le uniche bellezze paesaggistiche in un mare di mattoni, cemento ed asfalto. A quanto pare, in questo paese, il rispetto per l’ambiente in tutte le sue espressioni, è un obiettivo veramente difficile da raggiungere.

Federazione dei VERDI Manduria

 
 

 

 


giovedì 19 giugno 2014

Yes we Greens, il 21 giugno 2014 lo grideremo forte!

Il 21 giugno 2014, in occasione del solstizio d’estate, Green Italia e Verdi Europei saranno in molte piazze italiane per raccogliere le firme ad alcune petizioni da proporre al Parlamento Italiano e al premier Renzi.


Green Italia e Verdi Europei scendono in piazza per riaffermare la necessità di una svolta ”green” nelle politiche ambientali ed economiche per il nostro Paese. Il vero cambiamento  di cui gli Italiani hanno bisogno consiste in un approccio ecologista al governo del territorio, in grado di assicurare salute per i cittadini e occasioni di sviluppo, per uscire in modo definitivo dalla crisi. Sarà anche un’occasione per incontrare e ringraziare tutti gli elettori e i simpatizzanti che alle ultime elezioni europee hanno mostrato il loro interesse per noi.
Nell’occasione i Verdi e Green Italia danno inizio ad una raccolta di firme su alcune petizioni da indirizzare al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato. Ricordiamo quella contro la “sdemanializzazione” delle nostre spiagge, che aprirebbe la strada alla loro completa privatizzazione, espropriando i cittadini italiani e le future generazioni di un bene che appartiene a tutti; quella contro il dissesto idrogeologico e per l’adozione di politiche di adattamento ai mutamenti climatici; quella per l’approvazione di una legge sui delitti ambientali, che corregga i limiti di quella attualmente in fase di approvazione, e consenta di fermare gli speculatori che hanno creato l’Italia dei veleni, a Taranto come a Brescia , come nella Terra dei fuochi.
Si potrà firmare le petizioni ed acquistare la bellissima maglietta “Yes we greens”, Taranto e provincia:

- In Spiaggia, Località SaturoLeporano - dalle ore 10.00 alle ore 13.00;

- A Manduria in Piazza Vittorio Emanuele (Villa Comunale) dalle 19.00 alle 22.00 
La raccolta delle firme potrà proseguire presso la sede dei Verdi a Manduria, in Via S.Antonio n° 21, tutti i mercoledì dalle 19,30 in poi.

- A Torricella presso il Pub “La’nchianata” – dalle ore 22.00 alle ore 2.00. Sarà allestito all’interno del pub un “corner green”, in occasione dell’inaugurazione della stagione estiva (Vintage Night -Summer Edition- cinque dj si alterneranno alla consolle).
#YesWeGreens #IoSonoVerde


Verdi Manduria: La sporcizia è meglio nasconderla sotto il tappeto?

Alcuni giorni addietro, ci eravamo occupati dei resti metallici della scultura di “Piazza Giovanni XXIII” – “Piazza Tubi”, accantonati all’interno del Parco Archeologico. Riprendiamo ora il nostro tour tra le “bellezze paesaggistiche” della nostra amata cittadina. In particolare ci fermiamo ad ammirare uno dei tanti ecomostri, incompiuti, disseminati per il nostro paese : si tratta di una struttura in cemento armato, edificata negli anni ’70, che sarebbe dovuta divenire un asilo-nido; l’opera è situata in Via per Avetrana, angolo Via Santa Lucia e Via del Calaprico. Come detto, si tratta di una complessa opera in cemento armato e conci di tufo, allo stato grezzo; tutta l’area è completamente recintata, con accesso precluso da un cancello metallico, chiuso con catenaccio, che si affaccia sulla Via per Avetrana. Basta porsi di fronte all’ingresso per ammirare lo scempio. Al di là di quella che è la struttura, che, oltre ad essere esempio  di grande spreco di danaro pubblico, è anche un pugno in un occhio, ciò che risulta subito evidente è la discarica di materiali inerti e da demolizione, che fa bella mostra di sè nello spazio recintato. A ben vedere, una parte dell’area è occupata da grossi cumuli di pietre, scaricate alla rinfusa, senza cura ed in cattivo stato di conservazione, che con ogni probabilità costituivano la pavimentazione del ristrutturato Centro Storico. L’altra parte dello spiazzo antistante la costruzione è occupata da cumuli costituiti da scarichi di materiale da demolizione. Questi sono i fatti. E’ legittimo ora porsi alcune domande: chi ha in custodia e/o gestione questa struttura, che sicuramente non è in totale stato di abbandono, dal momento che il cancello risulta essere chiuso con un catenaccio? chi ha provveduto a scaricare tutto quel materiale? Essendo il cancello chiuso, non può trattarsi di scarichi occasionali fatti da sconosciuti. Perché vi è stata tanta incuria (e da parte di chi) nello scaricare e custodire i preziosi blocchi della pavimentazione del Centro Storico? Chi ha il compito di vigilare su questa opera? E’ possibile che nessuno si sia mai accorto che al suo interno era stata realizzata una vera e propria discarica?  I problemi a Manduria sono e sono stati da sempre innumerevoli e di difficile soluzione, forse è per questo che tutto passa in secondo piano; il decoro urbano, però, è la prima immagine che il paese da di sè, sia ai cittadini, che molto probabilmente si sono assuefatti allo scempio ed al degrado, ma soprattutto ai turisti che, beandosi delle nostre bellezze, dovrebbero apportare ricchezza e dare impulso all’economia locale. Iniziamo a cambiare dalle piccole cose, perché se non siamo in grado di fare questo, come possiamo mai pensare di misurarci con imprese più grandi ed impegnative?
Federazione dei VERDI - Manduria

 

venerdì 13 giugno 2014

Manduria: Se Maometto non va alla montagna, la ferraglia va nel parco archeologico

Se Maometto non va alla montagna, la ferraglia va al parco archeologico. Forse non era una questione di stabilità, ma piuttosto la volontà di creare il più grande ed eterogeneo museo all’aperto, che ha spinto il Comune di Manduria a smantellare la famosa e ciclopica scultura di “Piazza Tubi”. Infatti, i simboli delle tre religioni monoteiste, con annessi tubi, sono stati allocati, all’interno del perimetro recintato del parco archeologico. Apprezziamo tantissimo la scelta fatta dal comune di Manduria, il quale venendo incontro alle esigenze dei turisti, che per colpa dei sensi unici, non potevano raggiungere “Piazza Tubi” per ammirare l’opera, ha deciso di portare “l’opera”, seppur smontata, all’interno del parco archeologico. Così i turisti che giungeranno a Manduria, visitando i resti della civiltà Messapica, potranno fare un viaggio e due servizi, è proprio il caso di dire “se il turista non va da Maometto, Maometto va dal turista”. In Quest’operazione, avevamo davvero sottovalutato l’ingegno e la fantasia dei nostri amministratori, i quali hanno smontato la struttura metallica dei tubi, ma hanno lasciato in piedi i supporti in “cemento”, inizialmente si era pensato al solito lavoro lasciato a metà, ma invece non finiranno mai di stupirci. Quei pilastri lasciati in quel modo sembrano proprio dei “MENHIR” del XX secolo. Altre volte abbiamo malignato, questa volta però siamo davvero rimasti senza parole: con un’operazione hanno rifatto il volto a “Piazza Tubi”, che da oggi verrà comunemente chiamata “Piazza Menhir” ed hanno creato un percorso davvero unico ed alternativo, all’interno del parco archeologico. CHAPEAU!!!
Dopo questa visione fiabesca della vicenda, scendiamo dal cavallo alato, rimettiamo i piedi sul suolo manduriano e raffrontiamoci con la dura e triste realtà. Il fatto è questo, la struttura metallica rimossa da “Piazza Tubi” è stata allocata all’interno dell’area cintata del parco archeologico di Manduria. Ma è davvero possibile che non ci fosse un posto, in tutto l’agro di Manduria, nel quale accantonare i resti della famosa scultura? Oltre alla mancanza di decoro e di pulizia del parco archeologico, davvero vogliamo dare al turista l’impressione, di aver trasformato la necropoli in una discarica? Perché è chiaro che a questo punto, molto probabilmente, di rifiuti stiamo parlando. Tutto quel ferro a rigor di legge e di logica andrebbe smaltito come previsto e non accantonato nel parco archeologico. Qualora quindi, si dovesse trattare di rifiuti da smaltire, ci si chiede quale sia stato il costo dell’operazione di rimozione ed accantonamento, poiché per lo smaltimento, vi sono ditte che operano gratuitamente senza ulteriori oneri in ricaduta sulle casse della comunità. Altrimenti, sempre con una visione molto fantasiosa, si potrebbe pensare all’utilizzo dei tubi per la costruzione della condotta marina dello scarico a mare e dei simboli delle religioni, per la vigilanza e la protezione della necropoli. Ci possiamo e ci dobbiamo aspettare di tutto a questo punto.

Federazione dei VERDI Manduria

giovedì 12 giugno 2014

a proposito dei migranti sbarcati a Taranto

LA SCELTA DI TARANTO COME PRIMA DESTINAZIONE PER L’ACCOGLIENZA E LO SMISTAMENTO DEI MIGRANTI SI STA RIVELANDO INEFFICACE E SBAGLIATA.
Il territorio sembra essere isolato e le istituzioni e le realtà del volontariato sembrano muoversi come monadi impazzite con enormi problemi di coordinamento.

La Puglia è stata sempre una terra ospitale. Fra le cose di cui possiamo essere orgogliosi vi è sicuramente la generosità con cui, per primi e molto tempo unici in Italia, abbiamo accolto diseredati di ogni provenienza, assicurando loro ricovero, conforto e autentica solidarietà. Per noi Verdi, in particolare, l’attenzione ai problemi del Sud del mondo non è solo un corollario, ma parte integrante della nostra visione politica: crediamo infatti che solo un’equa distribuzione delle risorse e la fine dello sfruttamento neocolonialistico nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo possa assicurare pace e benessere anche ai popoli economicamente più evoluti. Detto questo, però, non possiamo fare a meno di esprimere alcune perplessità di fronte al fatto che il Governo abbia scelto Taranto come la prima e per ora unica destinazione per l’accoglienza e lo smistamento dei rifugiati. Tale scelta si sta rivelando inefficace e sbagliata anche perché il territorio sembra essere isolato.
Le istituzioni e le realtà del volontariato sembrano muoversi come monadi impazzite con enormi problemi di coordinamento. Sembra mancare un coordinamento tra il Governo centrale e le istituzioni locali che si è tradotto finora nella oggettiva difficoltà di capire cosa serve e dove, visto che gli ospiti sono alloggiati in zone diverse e lontane della città. A ciò l’associazionismo ha supplito con la creazione di un coordinamento virtuale tramite social network per cercare di gestire le numerose offerte di doni e di tempo messi a disposizione dai tarantini, orientandole dove ce ne è più bisogno. In sostanza i volontari si stanno sostituendo alle istituzioni e chiedono, a tutti i cittadini, medicine, acqua, indumenti intimi. Alcuni volontari non dormono e non tornano a casa per mancanza di assistenza e ricambio. Mancano soprattutto medici e mediatori culturali. Insomma, pare che il Governo non abbia una strategia nazionale seria e dimostra incapacità nell’affrontare la situazione. Il tutto a scapito dei rifugiati, dei volontari e degli Enti locali. Con questa nuova ondata di migranti, che le vicissitudini storiche hanno portato a bussare alla nostra porta, appare palese quanto sia infinita la generosità dei tarantini, in lotta contro le aziende inquinanti e per una migliore aspettativa di vita.

gregorio mariggiò – Portavoce dei Verdi per la Provincia di Taranto

Nuovo film del maestro surrealista Luis Bunuel/2

Sono iniziate oggi le riprese del nuovo film di Luis Bunuel (per l'occasione, resuscitato), dal titolo "il fascino discreto del fascista grillo".
Trama.
Un gruppo di amici tenta di organizzare una "disquisizione" ma che non avrà mai luogo per un'incomprensione sul significato dei termini "democrazia" e "la colpa è tua se tu non ci sei" e "amore, se non mi ami, non ti merito e quindi sei un pezzo di merda".
Bunuel, ancora una volta, si dimostra un maestro del cinema surrealista e paradossale rivelando con una denuncia ironica le difficili e meschine confusioni che talune disquisizioni possono creare.
Anche in questa pellicola, come nelle precedenti, Bunuel, non dipinge un mondo logico e razionale e contiene diverse contraddizioni, senza fornire alcuna spiegazione. Tutto ciò che succede è naturalmente accettato dai personaggi, anche nell'impossibilità o nella contraddizione, e ciò contribuisce all'atmosfera onirica nel senso più surrealista del termine.
(ultime righe, da wikipedia. non ci ho capito nulla, ma va bene comunque. ndr).

martedì 6 maggio 2014

I Verdi Taranto invitano i parlamentari a salvare il processo “Ambiente svenduto”!


Come Verdi Taranto assistiamo senza parole ad un attacco incomprensibile di un sedicente movimento politico non partito ad un comitato di associazioni tarantine, costituitosi contro la legge 1345, approvata all'unanimità alla Camera e tra poco in discussione al Senato. Appare quanto meno strano che un movimento politico che vuol fare politica dal basso critichi in modo così duro tale coordinamento di associazioni, addirittura definendo la loro campagna come un' "ingiusta campagna denigratoria". Prima di entrare nel merito giuridico della legge in discussione, ricordiamo ai cittadini cinque stelle che chi opera nelle associazioni o si riunisce in un comitato spontaneo lo fa a suo rischio e pericolo, a sue spese, rinunziando al proprio tempo libero. Dunque è veramente ingeneroso questo comportamento verso chi da anni si è reso promotore di battaglie e di mobilitazione contro l'inquinamento chimico ma anche morale di questa città.
Nel merito giuridico, i Verdi Taranto fanno rilevare che le associazioni hanno preso spunto dalle critiche di tipo squisitamente tecnico, di uno dei più competenti magistrati in materia ambientale, il procuratore generale di Civitavecchia Gianfranco Amendola, pubblicate su Il Fatto Quotidiano del 26 aprile, molto dopo quelle del coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che risalgono al 3 marzo. Come Verdi Taranto condividiamo i rilievi del dott. Amendola che sono 3 e riguardano le modifiche al reato di disastro ambientale, uno dei capi di imputazione dei 53 che si dovranno presentare il 19 giugno al processo “Ambiente svenduto” 1) Le indagini si sono basate sulla definizione di disastro come pericolo concreto ed era possibile punire chi commetteva “fatti diretti a causare un disastro”. Ora sarà necessario dimostrare che "alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema” quando quasi mai, per fortuna, il danno ambientale si rivela tale. Nel Mar piccolo vi sono ancora cavallucci marini ed è lecito coltivare le cozze nel secondo seno, come ricordato nell’ultimo comunicato nostro. La parola “irreversibile” renderebbe il fatto 
(i comportamenti dei Riva, Capogrosso ecc) non punibile.
2) In alternativa il disastro è un evento dannoso il cui ripristino è “particolarmente oneroso” e conseguibile solo con “provvedimenti eccezionali” Se si potesse ripristinare piantando la canapa, verrebbe meno il disastro, senza però dire che chi ha deciso di piantarla ha dovuto diventare agricoltore, mentre era allevatore da tre generazioni e abbandonare un mestiere antico come la nostra terra.
3) l reato può essere contestato solo nelle ipotesi in cui sia prevista una “violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito amministrativo o penale, o comunque abusivamente, cagiona un disastro ambientale” In sostanza, si aspetta che ci sia prima una contravvenzione.
La nuova norma contiene troppi paletti e sarà di difficile applicazione, motivo per cui come Verdi Taranto stiamo sollecitando tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento a tornare al testo originale. E’ necessario che la nuova legge sui reati ambientali non intacchi in alcun modo il processo “Ambiente svenduto” a solo un mese dal suo inizio. Non si cambiano le regole del gioco mentre si sta giocando e qui purtroppo si gioca sulla pelle dei tarantini che ancora respirano diossina e PCB.
Invitiamo il meet up 192 ad abbassare i toni, a voler rispettare il ruolo delle associazioni e a lavorare affinché il processo non sia bloccato con cavilli inseriti in buona e cattiva fede.
I coportavoce dei Verdi Taranto
Ada Le Noci     328/4773160
Luca Piccione   329/6817354



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martedì 8 aprile 2014

Lettera aperta da Taranto a "IL GIORNALE: "Il signor Vittorio Feltri venga a Taranto e ci spieghi perché i bambini nascono con i tumori."

Lettera aperta da Taranto
Gentile direttore,
troviamo veramente allucinante l'articolo di Vittorio Feltri, pubblicato il 6 aprile sul Giornale che lei dirige. Allucinante notare che dopo i fatti di Taranto, che vedono un’inchiesta giudiziar
ia corposa che riguarda buona parte della famiglia Riva, la politica, la chiesa cattolica, l’informazione, un'inchiesta che ha per oggetto il gravissimo reato di disastro ambientale che ha seminato morte e malattia, dopo un’inchiesta basata su dati scientifici inconfutabili (i Riva non hanno voluto presentare una perizia di parte e quindi le uniche prodotte sono quelle a cura del GIP nell'incidente probatorio), dopo le scandalose intercettazioni nelle quali Fabio Riva, figlio di Emilio, affermava “Due morti all'anno, una m…ata!”, ebbene dopo tutto questo, troviamo allucinante che ancora si possano scrivere articoli di questo genere!
Vittorio Feltri che si considera un giornalista, si preoccupa di difendere un uomo di 80 anni, un pregiudicato per reati ambientali che deve rispondere di reati gravissimi. Feltri parla con ingiustificabile sufficienza di un dramma che colpisce donne, uomini e bambini, i cittadini di una intera provincia segnata per sempre. Esprime tenera comprensione per Emilio Riva, un uomo di 80 anni che non mostra nessun segno di pentimento o di resipiscenza e non ha un minimo di pietà per le perone che tutti i giorni respirano veleno. E' allucinante e offensivo che un organo di stampa continui a divulgare informazioni, disinformando. E' la fine della giornalismo, e' la fine della verità, e' la fine della giustizia. E inammissibile!!!! Il signor Vittorio Feltri venga a Taranto e ci spieghi perché i bambini nascono con i tumori.
Feltri vada a guardare negli occhi i parenti degli operai morti per infortunio nel siderurgico di Taranto e gli operai vivi, ma malati di mesotelioma o di tumore.
Sembra il teatro dell’assurdo, un film dell’orrore dove si vuole riabilitare a tutti i costi la figura di un uomo senza scrupoli che ha pensato al profitto, avvelenando una delle terre più belle del mondo e che per questo è stato già condannato in via definitiva. Un giornalismo così non serve a nessuno, l'arringa del signor Feltri e' degna di un bar, non di una pagina stampata. Questo accade quando si scrive non per informare, ma per coprire. La coperta di questa volta sa di polvere e veleno e il suo articolo esce proprio il giorno in cui ancora una volta la provincia di Taranto è scesa in piazza per dire basta a questo odore di morte!
distinti saluti
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Ada Le Noci
Gregorio Mariggiò
Luca Piccione
Pierpaolo Fiume
Fulvia Gravame




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Le rinnovabili, in Puglia, non vanno stoppate ma se mai vanno riviste le procedure e le regole del rilascio delle autorizzazioni

Nel ribadire quanto ha dichiarato il nostro Portavoce Nazionale, Angelo Bonelli, e cioè che le rinnovabili, in Puglia, non vanno stoppate ma se mai vanno riviste le procedure e le regole del rilascio delle autorizzazioni, dopo aver letto le opinioni espresse sulla Gazzetta del Mezzogiorno dal Presidente del Consiglio regionale della regione Puglia, Introna (già Assessore nella prima giunta “Vendola”) e dall’attuale Assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Nicastro, noi Verdi della Provincia di Taranto desideriamo puntualizzare alcune cose.
Lo facciamo muovendo da un avvenimento dell’ottobre 2009, quando noi ecologisti prendemmo la decisione di rimanere nel Partito dei Verdi, appoggiando la mozione di Angelo Bonelli, in opposizione proprio a Vendola che, con la complicità di alcuni esponenti del  nostro stesso partito, come Francescato e Cento (poi fuoriusciti) nonché dell’attuale candidato della Lista Tsipras, Di Palma, tentava di “sub-appaltare” i Verdi al completo.
Riflettendo su alcune scelte della giunta Vendola in Puglia, fu evidente per noi che Sel non poteva diventare la casa degli ecologisti.
Tante ulteriori scelte sbagliate sono state compiute da allora, tante che facciamo notevoli sforzi nel ricordare quando mai Vendola abbia sfidato l’Ilva, mentre ricordiamo perfettamente la sua firma sulla famigerata autorizzazione integrata ambientale del 2011, come le mancate risposte alle nostre richieste di avvio di indagini epidemiologiche su tutta la popolazione tarantina. Infine, ricordiamo la carente legge regionale denominata “antidiossina” che per i magistrati di Taranto ha, in alcuni casi, addirittura favorito l’industria inquinante.
E che dire, poi, delle tante dichiarazioni di Vendola? Ricordiamo tra tutte “l’Ilva è polmone produttivo della Puglia”. Potrebbe fare il paio, quanto ad ironia involontaria, con quella dell’Assessore regionale all’Ambiente, Nicastro che, in pubblico dibattito, definiva il proprio assessorato “lo zucchero a velo che guarnisce le torte”.
Nella nostra regione poche case hanno i pannelli fotovoltaici sui tetti, mentre ce ne sono distese infinite nei campi. La strada imboccata dalla Regione Puglia ha lasciato campo libero agli speculatori, il più delle volte difficilmente individuabili in quanto nascosti dietro assetti societari stile “matrioska”, che stanno trasformando le nostre campagne in vere e proprie aree industriali.
A questo punto ci domandiamo: esiste ed è disponibile un bilancio energetico della Regione Puglia, da cui si possa evincere se ad un KW/h in più, prodotto con le fonti rinnovabili, corrisponda un KW/h in meno, derivante dalle fossili?
Viviamo in una regione in cui  la raccolta differenziata è, in punti percentuali, ai minimi storici, mentre i cementifici vengono autorizzati  ad incenerire rifiuti.
Per non parlare poi della situazione degli impianti di depurazione in Puglia,  quasi tutti sotto sequestro per irregolarità di gestione. Nonostante ciò, la Regione continua a commissionare, e l’Acquedotto Pugliese (ormai privatizzato nella gestione) a progettare ed appaltare, depuratori che scaricano in mare in tab 1, a meno di 100 metri da aree protette, come a Manduria e a Bisceglie.
Da anni, noi Verdi, accanto agli ambientalisti, ci battiamo contro questi progetti, meritandoci da parte del Presidente Vendola l’appellativo di “ambientalisti mafiosi”.
Chiudiamo dicendo che tra un anno si rinnoverà il consiglio regionale, Vendola, la sua giunta regionale e tutta la maggioranza che lo sostiene dovrebbero formulare un bilancio sull’operato e rendersi conto di quanto i loro atti siano lontani da un reale ecologismo.
Gregorio Mariggiò - Portavoce dei Verdi per la Provincia di Taranto



questo comunicato stampa lo puoi leggere anche su:
http://www.manduriaoggi.it/notizia.asp?idnews=25374

foto - Luciano Manna

mercoledì 2 aprile 2014

I VERDI SI PRESENTERANNO ALLE ELEZIONI EUROPEE


I Verdi italiani insieme a green Italia si presenteranno alle prossime elezioni europee con proprio simbolo e in modo autonomo. È una scelta importante dovuta principalmente alla forte iniziativa che abbiamo assunto in questi mesi sul piano giudiziario.
Potremo così portare le nostre idee, le nostre battaglie nella prossima campagna elettorale . Dopo 8 anni di assenza torna sulle schede elettorali una lista verde ed ecologista che avrà come punto di riferimento i verdi europei. L'Europa della Merkel, Barroso, Von Rompuy e delle banche va contrastata perché ha reso più poveri i cittadini in particolare quelli dell'Europa del Sud aumentando i profitti di banche e gruppi finanziari. Dobbiamo costruire un'Europa dei popoli, solidale che faccia della conversione ecologica il motore del cambiamento economico. Vogliamo legalita' perche' a Taranto, Milazzo, Priolo, Vado Ligure, Sarroch, e in tutte le aree inquinate e' stata fatta strage di vite e strage di democrazia. È stata fatta una strage di legalità e democrazia nell'informazione: dalla Rai ai grandi gruppi editoriali hanno messo il silenziatore e oscurato le battaglie verdi in nome della vita, del lavoro pulito e della giustizia. I verdi nella prossima campagna elettorale ci saranno insieme agli amici di green Italia e da oggi cominciamo a raccogliere le candidature per costruire le liste.. Lanciamo una grande sfida, difficile ma lo facciamo con coraggio e per questo chiediamo il vostro aiuto......Se avete suggerimenti di candidature mandate un'email a federazione@verdi.it
Angelo Bonelli

http://verdi.it/verdi-blog/mi-candido/

venerdì 28 marzo 2014

Manduria: I Verdi a proposito della viabilità cittadina



Per l'ennesima volta assistiamo ad un intervento sulla VIABILITA', che sembra frutto di improvvisazione in quanto avulso da una visione globale del problema, quasi che l'interdizione al traffico dei mezzi pubblici di un'arteria importante della nostra città non debba necessariamente avere ripercussioni su tutta la restante circolazione veicolare e pertanto sulla vita di tutti i cittadini, oltre che su quella di coloro che il mezzo pubblico lo prendono ogni giorno per lavoro.
Dalla lettura dello scarno avviso ai viaggiatori emesso all'ultimo momento dall'azienda di trasporti, risulta evidente che neppure una fermata è prevista in tutta la parte a sud-ovest della città.
Presumibilmente, gli abitanti di questi quartieri raggiungeranno la fermata a loro più prossima, cioè via Roma, con la propria auto, lasciandola parcheggiata nelle vicinanze per tutto il giorno, o diventeranno tutti dei maratoneti?
Un provvedimento del genere, oltre che ragionato, dovrebbe prevedere delle soluzioni alternative come ad esempio dei servizi navetta o dei mezzi pubblici che agevolino gli spostamenti non solo dei pendolari ma anche dei comuni cittadini che vogliano raggiungere le diverse zone della città senza dover necessariamente prendere l'auto.
Quindi noi pensiamo che decisioni di tale portata debbano essere adeguatamente comunicate e discusse con la cittadinanza, ma soprattutto che sia tempo di porre mano, come noi Verdi reclamiamo da tempo, ad un piano del traffico organico, elaborato da professionisti, che possa fornire una soluzione complessiva del problema e che si debba smettere di prendere provvedimenti-tampone, che vengono annullati poco dopo.
Siamo consapevoli che la situazione perfetta non può esistere, stante il particolare assetto urbanistico della città: a maggior ragione essa deve essere frutto di un accurato studio e discussa con i cittadini.
Se i cittadini venissero interpellati infatti, si potrebbe, oltre che prendere coscienza dei reali disagi, ascoltare proposte derivanti da bisogni ed esigenze concrete che solo un pendolare può conoscere e lamentare.
Se poi le motivazioni, che hanno spinto l'amministrazione ad impedire il transito degli autobus nel centro, muovono per la salvaguardia della preziosa pavimentazione come vera forma di tutela del BENE COMUNE, sorge spontaneo chiederci come mai si permetta lo scempio che, qualche giorno fa, alcuni addetti ai lavori hanno perpetrato a danno delle pietre laviche, proprio in centro nei pressi della villa.
Nella circostanza infatti (prontamente segnalataci da un nostro iscritto Giovanni Melle), per compiere i lavori di allaccio all'acquedotto, la ditta incaricata, in modo del tutto inadeguato per modalità e mezzi utilizzati, ha provocato la frantumazione di alcuni blocchi, così come è risultato essere altrettanto inadeguato il successivo intervento di ripristino.

Verdi Manduria

lunedì 10 marzo 2014

A proposito della delibera del consiglio comunale di Manduria: “l'impegno di Manduria per la città di Taranto e la sua Provincia.”


Dopo anni di colpevole distrazione, anni in cui si concretizzava  a Taranto la  catastrofe ambientale e sanitaria che tutti conosciamo, anni in cui il PD jonico intratteneva con la famiglia Riva rapporti idilliaci (i Riva finanziavano sostanziosamente le campagne elettorali di esponenti del PD, come di tutti gli altri partiti), anni in cui le istituzioni pubbliche, di cui il PD era parte, non muovevano un dito in soccorso delle popolazioni di Taranto e dintorni,  l’imminenza delle elezioni europee costringe questo partito ad assumere una posizione sulla questione ILVA che sia spendibile in campagna elettorale. Lo fa attraverso un ordine del giorno che circola attraverso i Consigli comunali della provincia e che probabilmente vuole diventare una sorta di parola d’ordine condivisa, da spendere nei comizi e nei comunicati. E il Consiglio comunale di Manduria approva a larga maggioranza questo ordine del giorno, avallando, senza ripensamenti, la mistificazione politica e l’inconsistenza tecnica in esso contenute.


Si, perché il documento in questione assume in premessa gli esiti di una indagine epidemiologica che è stata fatta a Taranto solo a seguito dell’intervento della magistratura, dopo che, sin dal 2010, i Verdi ed Angelo Bonelli avevano più volte chiesto al Presidente della Regione (che ne ha l’autorità) e alle altre istituzioni preposte di dar corso a detta indagine, senza ricevere alcuna risposta.
Il PD Jonico parla ora di “No tax area” e di interventi per il rilancio economico-cultural-turistico della città di Taranto , appropriandosi di uno degli argomenti della campagna elettorale di Angelo Bonelli, argomenti per i quali fu ampiamente e pubblicamente sbeffeggiato dallo stesso PD. Ma, soprattutto, il PD e coloro che hanno approvato il suo ordine del giorno sembrano non rendersi conto che questi programmi di rilancio sono incompatibili con  l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)  concessa e riproposta dagli ultimi governi e da essi esaltata come risolutiva.
Al contrario, noi Verdi, senza giri di parole, affermiamo che questa AIA è l’ennesimo regalo fatto ai Riva e che le prescrizioni in essa contenute non sono idonee a risolvere l’emergenza sanitaria e ambientale di Taranto, accertata dalla magistratura. Senza entrare nello specifico di un’analisi tecnica che richiederebbe ampio spazio, ci limitiamo ad evidenziare le ampie deroghe temporanee concesse all’azienda: la copertura del parco minerali, ad es., non può essere eseguita in tre anni, anni nei quali gli abitanti del rione Tamburi continueranno a respirarne le polveri disperse in atmosfera. L’AIA non prevede alcun limite temporale per altri interventi che sono invece imprescindibili per la salvaguardia della salute umana, in assenza dei quali essa non avrebbe dovuto assolutamente essere rilasciata.
Per alcuni fattori inquinanti, inoltre, non vengono indicati i valori-limite: non vengono ad es. sottoposti a limite di emissione alcuni degli inquinanti più pericolosi, come le emissioni convogliate, dalle quali fuoriescono sostanze cancerogene e neurotossiche.
Da tre anni è in vigore l’ordinanza regionale che vieta di pascolare per un raggio di 20 km intorno alla città e coltivare cozze nel Mar piccolo a causa della diossina che si deposita sui terreni e nel mare per poi entrare nella catena alimentare. I settori della maricoltura e dell’allevamento è in crisi profonda di cui non si intravvede la fine anche a causa delle scelte fatte a proposito delle bonifiche che sono limitate alle scuole dei Tamburi e alla zona PIP di Statte trascurando del tutto i terreni privati vietati al pascolo e le aree private vicine alle abitazioni di Taranto e Statte. Inoltre è in corso uno studio scientifico per individuare le tecniche più adatte a bonificare il Mar piccolo ma è di tutta evidenza che il finanziamento non copre i lavori che serviranno per attuare i risultati di tale studio ne tanto meno la bonifica delle aree private su citate.
In assenza di certezze sui tempi e sui finanziamenti destinati alla bonifica e al rilancio dei settori della maricoltura, mitilicoltura e allevamento per non parlare del turismo, si può solo immaginare uno scenario desolante di fine di alcune tradizioni enogastronomiche tarantine e l’impossibilità di recuperare i disoccupati o sottoccupati di questi settori.
Per concludere , citiamo queste parole dell’ex Ministro all’ambiente Clini: ”La chiusura dell’altoforno e della cokeria delle Acciaierie è una questione urgente. Sul piano dell’inquinamento e della salute dei cittadini siamo già in ritardo”. Ma le diceva a proposito della città di Genova, 12 anni fa!
Un vero piano, articolato e organico, di riconversione economica di Taranto e del suo territorio, alternativo alla presenza dello stabilimento siderurgico, in grado  non solo di salvaguardare gli attuali livelli di occupazione, ma addirittura di elevarli, lo ha proposto Angelo Bonelli, nel silenzio assordante di tutte le altre forze politiche.
No, Taranto non è Genova e non è Torino, ma può diventare come Bilbao se avrà una classe politica preparata e con la schiena dritta.
Associazione dei Verdi di Manduria