Nel
ribadire quanto ha dichiarato il nostro Portavoce Nazionale, Angelo Bonelli, e
cioè che le rinnovabili, in Puglia, non vanno stoppate ma se mai vanno riviste
le procedure e le regole del rilascio delle autorizzazioni, dopo aver letto le
opinioni espresse sulla Gazzetta del Mezzogiorno dal Presidente del Consiglio
regionale della regione Puglia, Introna (già Assessore nella prima giunta
“Vendola”) e dall’attuale Assessore all’Ambiente della Regione Puglia,
Nicastro, noi Verdi della Provincia di Taranto desideriamo puntualizzare alcune
cose.
Lo
facciamo muovendo da un avvenimento dell’ottobre 2009, quando noi ecologisti
prendemmo la decisione di rimanere nel Partito dei Verdi, appoggiando la
mozione di Angelo Bonelli, in opposizione proprio a Vendola che, con la
complicità di alcuni esponenti del
nostro stesso partito, come Francescato e Cento (poi fuoriusciti) nonché
dell’attuale candidato della Lista Tsipras, Di Palma, tentava di “sub-appaltare”
i Verdi al completo.
Riflettendo
su alcune scelte della giunta Vendola in Puglia, fu evidente per noi che Sel
non poteva diventare la casa degli ecologisti.
Tante
ulteriori scelte sbagliate sono state compiute da allora, tante che facciamo
notevoli sforzi nel ricordare quando mai Vendola abbia sfidato l’Ilva, mentre
ricordiamo perfettamente la sua firma sulla famigerata autorizzazione integrata
ambientale del 2011, come le mancate risposte alle nostre richieste di avvio di
indagini epidemiologiche su tutta la popolazione tarantina. Infine, ricordiamo
la carente legge regionale denominata “antidiossina” che per i magistrati di
Taranto ha, in alcuni casi, addirittura favorito l’industria inquinante.
E
che dire, poi, delle tante dichiarazioni di Vendola? Ricordiamo tra tutte
“l’Ilva è polmone produttivo della Puglia”. Potrebbe fare il paio, quanto ad
ironia involontaria, con quella dell’Assessore regionale all’Ambiente, Nicastro
che, in pubblico dibattito, definiva il proprio assessorato “lo zucchero a velo
che guarnisce le torte”.
Nella
nostra regione poche case hanno i pannelli fotovoltaici sui tetti, mentre ce ne
sono distese infinite nei campi. La strada imboccata dalla Regione Puglia ha
lasciato campo libero agli speculatori, il più delle volte difficilmente
individuabili in quanto nascosti dietro assetti societari stile “matrioska”,
che stanno trasformando le nostre campagne in vere e proprie aree industriali.
A
questo punto ci domandiamo: esiste ed è disponibile un bilancio energetico
della Regione Puglia, da cui si possa evincere se ad un KW/h in più, prodotto
con le fonti rinnovabili, corrisponda un KW/h in meno, derivante dalle fossili?
Viviamo
in una regione in cui la raccolta
differenziata è, in punti percentuali, ai minimi storici, mentre i cementifici
vengono autorizzati ad incenerire
rifiuti.
Per
non parlare poi della situazione degli impianti di depurazione in Puglia, quasi tutti sotto sequestro per
irregolarità di gestione. Nonostante ciò, la Regione continua a commissionare,
e l’Acquedotto Pugliese (ormai privatizzato nella gestione) a progettare ed
appaltare, depuratori che scaricano in mare in tab 1, a meno di 100 metri da
aree protette, come a Manduria e a Bisceglie.
Da
anni, noi Verdi, accanto agli ambientalisti, ci battiamo contro questi
progetti, meritandoci da parte del Presidente Vendola l’appellativo di
“ambientalisti mafiosi”.
Chiudiamo dicendo che tra un anno si rinnoverà il consiglio regionale, Vendola,
la sua giunta regionale e tutta la maggioranza che lo sostiene dovrebbero
formulare un bilancio sull’operato e rendersi conto di quanto i loro atti siano
lontani da un reale ecologismo.
Gregorio Mariggiò - Portavoce dei Verdi per la Provincia di Taranto
questo comunicato stampa lo puoi leggere anche su:
http://www.manduriaoggi.it/notizia.asp?idnews=25374
foto - Luciano Manna