venerdì 28 marzo 2014

Manduria: I Verdi a proposito della viabilità cittadina



Per l'ennesima volta assistiamo ad un intervento sulla VIABILITA', che sembra frutto di improvvisazione in quanto avulso da una visione globale del problema, quasi che l'interdizione al traffico dei mezzi pubblici di un'arteria importante della nostra città non debba necessariamente avere ripercussioni su tutta la restante circolazione veicolare e pertanto sulla vita di tutti i cittadini, oltre che su quella di coloro che il mezzo pubblico lo prendono ogni giorno per lavoro.
Dalla lettura dello scarno avviso ai viaggiatori emesso all'ultimo momento dall'azienda di trasporti, risulta evidente che neppure una fermata è prevista in tutta la parte a sud-ovest della città.
Presumibilmente, gli abitanti di questi quartieri raggiungeranno la fermata a loro più prossima, cioè via Roma, con la propria auto, lasciandola parcheggiata nelle vicinanze per tutto il giorno, o diventeranno tutti dei maratoneti?
Un provvedimento del genere, oltre che ragionato, dovrebbe prevedere delle soluzioni alternative come ad esempio dei servizi navetta o dei mezzi pubblici che agevolino gli spostamenti non solo dei pendolari ma anche dei comuni cittadini che vogliano raggiungere le diverse zone della città senza dover necessariamente prendere l'auto.
Quindi noi pensiamo che decisioni di tale portata debbano essere adeguatamente comunicate e discusse con la cittadinanza, ma soprattutto che sia tempo di porre mano, come noi Verdi reclamiamo da tempo, ad un piano del traffico organico, elaborato da professionisti, che possa fornire una soluzione complessiva del problema e che si debba smettere di prendere provvedimenti-tampone, che vengono annullati poco dopo.
Siamo consapevoli che la situazione perfetta non può esistere, stante il particolare assetto urbanistico della città: a maggior ragione essa deve essere frutto di un accurato studio e discussa con i cittadini.
Se i cittadini venissero interpellati infatti, si potrebbe, oltre che prendere coscienza dei reali disagi, ascoltare proposte derivanti da bisogni ed esigenze concrete che solo un pendolare può conoscere e lamentare.
Se poi le motivazioni, che hanno spinto l'amministrazione ad impedire il transito degli autobus nel centro, muovono per la salvaguardia della preziosa pavimentazione come vera forma di tutela del BENE COMUNE, sorge spontaneo chiederci come mai si permetta lo scempio che, qualche giorno fa, alcuni addetti ai lavori hanno perpetrato a danno delle pietre laviche, proprio in centro nei pressi della villa.
Nella circostanza infatti (prontamente segnalataci da un nostro iscritto Giovanni Melle), per compiere i lavori di allaccio all'acquedotto, la ditta incaricata, in modo del tutto inadeguato per modalità e mezzi utilizzati, ha provocato la frantumazione di alcuni blocchi, così come è risultato essere altrettanto inadeguato il successivo intervento di ripristino.

Verdi Manduria

lunedì 10 marzo 2014

A proposito della delibera del consiglio comunale di Manduria: “l'impegno di Manduria per la città di Taranto e la sua Provincia.”


Dopo anni di colpevole distrazione, anni in cui si concretizzava  a Taranto la  catastrofe ambientale e sanitaria che tutti conosciamo, anni in cui il PD jonico intratteneva con la famiglia Riva rapporti idilliaci (i Riva finanziavano sostanziosamente le campagne elettorali di esponenti del PD, come di tutti gli altri partiti), anni in cui le istituzioni pubbliche, di cui il PD era parte, non muovevano un dito in soccorso delle popolazioni di Taranto e dintorni,  l’imminenza delle elezioni europee costringe questo partito ad assumere una posizione sulla questione ILVA che sia spendibile in campagna elettorale. Lo fa attraverso un ordine del giorno che circola attraverso i Consigli comunali della provincia e che probabilmente vuole diventare una sorta di parola d’ordine condivisa, da spendere nei comizi e nei comunicati. E il Consiglio comunale di Manduria approva a larga maggioranza questo ordine del giorno, avallando, senza ripensamenti, la mistificazione politica e l’inconsistenza tecnica in esso contenute.


Si, perché il documento in questione assume in premessa gli esiti di una indagine epidemiologica che è stata fatta a Taranto solo a seguito dell’intervento della magistratura, dopo che, sin dal 2010, i Verdi ed Angelo Bonelli avevano più volte chiesto al Presidente della Regione (che ne ha l’autorità) e alle altre istituzioni preposte di dar corso a detta indagine, senza ricevere alcuna risposta.
Il PD Jonico parla ora di “No tax area” e di interventi per il rilancio economico-cultural-turistico della città di Taranto , appropriandosi di uno degli argomenti della campagna elettorale di Angelo Bonelli, argomenti per i quali fu ampiamente e pubblicamente sbeffeggiato dallo stesso PD. Ma, soprattutto, il PD e coloro che hanno approvato il suo ordine del giorno sembrano non rendersi conto che questi programmi di rilancio sono incompatibili con  l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)  concessa e riproposta dagli ultimi governi e da essi esaltata come risolutiva.
Al contrario, noi Verdi, senza giri di parole, affermiamo che questa AIA è l’ennesimo regalo fatto ai Riva e che le prescrizioni in essa contenute non sono idonee a risolvere l’emergenza sanitaria e ambientale di Taranto, accertata dalla magistratura. Senza entrare nello specifico di un’analisi tecnica che richiederebbe ampio spazio, ci limitiamo ad evidenziare le ampie deroghe temporanee concesse all’azienda: la copertura del parco minerali, ad es., non può essere eseguita in tre anni, anni nei quali gli abitanti del rione Tamburi continueranno a respirarne le polveri disperse in atmosfera. L’AIA non prevede alcun limite temporale per altri interventi che sono invece imprescindibili per la salvaguardia della salute umana, in assenza dei quali essa non avrebbe dovuto assolutamente essere rilasciata.
Per alcuni fattori inquinanti, inoltre, non vengono indicati i valori-limite: non vengono ad es. sottoposti a limite di emissione alcuni degli inquinanti più pericolosi, come le emissioni convogliate, dalle quali fuoriescono sostanze cancerogene e neurotossiche.
Da tre anni è in vigore l’ordinanza regionale che vieta di pascolare per un raggio di 20 km intorno alla città e coltivare cozze nel Mar piccolo a causa della diossina che si deposita sui terreni e nel mare per poi entrare nella catena alimentare. I settori della maricoltura e dell’allevamento è in crisi profonda di cui non si intravvede la fine anche a causa delle scelte fatte a proposito delle bonifiche che sono limitate alle scuole dei Tamburi e alla zona PIP di Statte trascurando del tutto i terreni privati vietati al pascolo e le aree private vicine alle abitazioni di Taranto e Statte. Inoltre è in corso uno studio scientifico per individuare le tecniche più adatte a bonificare il Mar piccolo ma è di tutta evidenza che il finanziamento non copre i lavori che serviranno per attuare i risultati di tale studio ne tanto meno la bonifica delle aree private su citate.
In assenza di certezze sui tempi e sui finanziamenti destinati alla bonifica e al rilancio dei settori della maricoltura, mitilicoltura e allevamento per non parlare del turismo, si può solo immaginare uno scenario desolante di fine di alcune tradizioni enogastronomiche tarantine e l’impossibilità di recuperare i disoccupati o sottoccupati di questi settori.
Per concludere , citiamo queste parole dell’ex Ministro all’ambiente Clini: ”La chiusura dell’altoforno e della cokeria delle Acciaierie è una questione urgente. Sul piano dell’inquinamento e della salute dei cittadini siamo già in ritardo”. Ma le diceva a proposito della città di Genova, 12 anni fa!
Un vero piano, articolato e organico, di riconversione economica di Taranto e del suo territorio, alternativo alla presenza dello stabilimento siderurgico, in grado  non solo di salvaguardare gli attuali livelli di occupazione, ma addirittura di elevarli, lo ha proposto Angelo Bonelli, nel silenzio assordante di tutte le altre forze politiche.
No, Taranto non è Genova e non è Torino, ma può diventare come Bilbao se avrà una classe politica preparata e con la schiena dritta.
Associazione dei Verdi di Manduria 


                                            





mercoledì 5 marzo 2014

Sdegno e preoccupazione per le minacce ricevute da Angelo Bonelli

I Verdi di Taranto, Manduria e Provincia esprimono sdegno e preoccupazione per le minacce rivolte al loro co-portavoce nazionale Angelo Bonelli nel corso del suo soggiorno nel capoluogo jonico. Angelo Bonelli, che, come tutti sanno, è stato candidato alla carica di sindaco di Taranto nell' ultima competizione elettorale, in rappresentanza di un vasto fronte ambientalista, ricopre attualmente  la carica di Consigliere comunale. In questo ruolo, con costanza e determinazione, si è sempre battuto e si batte per il dirtitto alla salute dei Tarantini, non esitando a denunciare a viso aperto tutte le situazioni in cui l'interesse di pochi si traduce in un danno per tutti. Non ha mai smesso nel contempo di indicare soluzioni percorribili, affinchè il diritto al lavoro e al benessere delle persone fosse garantito in termini di sviluppo ecologicamente compatibile. Evidentemente, la città nasconde al suo interno gruppi di potere, di varia e forse incoffessabile natura, a cui queste battaglie nuocciono e che, vigliaccamente, usano l'arma dell'intimidazione contro chi tenta di far venire alla luce quegli intrecci di interessi, che hanno sinora condannato a morte tanti inermi cittadini. Ad Angelo Bonelli, che, per il suo impegno nella città di Taranto, sta pagando un prezzo sempre più pesante, sia a livello personale che politico, vanno  la solidarietà e la vicinanza dei Verdi del territorio jonico, insieme ad un grosso grazie per averne preso a cuore le sorti. Alle forze dell'ordine i Verdi chiedono di fare piena luce sulla vicenda e di garantire l'incolumità di Angelo Bonelli.
Tutti i Verdi e gli Ecologisti della Provincia di Taranto.