martedì 6 maggio 2014

I Verdi Taranto invitano i parlamentari a salvare il processo “Ambiente svenduto”!


Come Verdi Taranto assistiamo senza parole ad un attacco incomprensibile di un sedicente movimento politico non partito ad un comitato di associazioni tarantine, costituitosi contro la legge 1345, approvata all'unanimità alla Camera e tra poco in discussione al Senato. Appare quanto meno strano che un movimento politico che vuol fare politica dal basso critichi in modo così duro tale coordinamento di associazioni, addirittura definendo la loro campagna come un' "ingiusta campagna denigratoria". Prima di entrare nel merito giuridico della legge in discussione, ricordiamo ai cittadini cinque stelle che chi opera nelle associazioni o si riunisce in un comitato spontaneo lo fa a suo rischio e pericolo, a sue spese, rinunziando al proprio tempo libero. Dunque è veramente ingeneroso questo comportamento verso chi da anni si è reso promotore di battaglie e di mobilitazione contro l'inquinamento chimico ma anche morale di questa città.
Nel merito giuridico, i Verdi Taranto fanno rilevare che le associazioni hanno preso spunto dalle critiche di tipo squisitamente tecnico, di uno dei più competenti magistrati in materia ambientale, il procuratore generale di Civitavecchia Gianfranco Amendola, pubblicate su Il Fatto Quotidiano del 26 aprile, molto dopo quelle del coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che risalgono al 3 marzo. Come Verdi Taranto condividiamo i rilievi del dott. Amendola che sono 3 e riguardano le modifiche al reato di disastro ambientale, uno dei capi di imputazione dei 53 che si dovranno presentare il 19 giugno al processo “Ambiente svenduto” 1) Le indagini si sono basate sulla definizione di disastro come pericolo concreto ed era possibile punire chi commetteva “fatti diretti a causare un disastro”. Ora sarà necessario dimostrare che "alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema” quando quasi mai, per fortuna, il danno ambientale si rivela tale. Nel Mar piccolo vi sono ancora cavallucci marini ed è lecito coltivare le cozze nel secondo seno, come ricordato nell’ultimo comunicato nostro. La parola “irreversibile” renderebbe il fatto 
(i comportamenti dei Riva, Capogrosso ecc) non punibile.
2) In alternativa il disastro è un evento dannoso il cui ripristino è “particolarmente oneroso” e conseguibile solo con “provvedimenti eccezionali” Se si potesse ripristinare piantando la canapa, verrebbe meno il disastro, senza però dire che chi ha deciso di piantarla ha dovuto diventare agricoltore, mentre era allevatore da tre generazioni e abbandonare un mestiere antico come la nostra terra.
3) l reato può essere contestato solo nelle ipotesi in cui sia prevista una “violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito amministrativo o penale, o comunque abusivamente, cagiona un disastro ambientale” In sostanza, si aspetta che ci sia prima una contravvenzione.
La nuova norma contiene troppi paletti e sarà di difficile applicazione, motivo per cui come Verdi Taranto stiamo sollecitando tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento a tornare al testo originale. E’ necessario che la nuova legge sui reati ambientali non intacchi in alcun modo il processo “Ambiente svenduto” a solo un mese dal suo inizio. Non si cambiano le regole del gioco mentre si sta giocando e qui purtroppo si gioca sulla pelle dei tarantini che ancora respirano diossina e PCB.
Invitiamo il meet up 192 ad abbassare i toni, a voler rispettare il ruolo delle associazioni e a lavorare affinché il processo non sia bloccato con cavilli inseriti in buona e cattiva fede.
I coportavoce dei Verdi Taranto
Ada Le Noci     328/4773160
Luca Piccione   329/6817354



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