Come Verdi Taranto assistiamo senza
parole ad un attacco incomprensibile di un sedicente movimento politico non
partito ad un comitato di associazioni tarantine, costituitosi contro la legge
1345, approvata all'unanimità alla Camera e tra poco in discussione al Senato.
Appare quanto meno strano che un movimento politico che vuol fare politica dal
basso critichi in modo così duro tale coordinamento di associazioni,
addirittura definendo la loro campagna come un' "ingiusta campagna
denigratoria". Prima di entrare nel merito giuridico della legge in
discussione, ricordiamo ai cittadini cinque stelle che chi opera nelle
associazioni o si riunisce in un comitato spontaneo lo fa a suo rischio e
pericolo, a sue spese, rinunziando al proprio tempo libero. Dunque è veramente
ingeneroso questo comportamento verso chi da anni si è reso promotore di
battaglie e di mobilitazione contro l'inquinamento chimico ma anche morale di
questa città.
Nel merito giuridico, i
Verdi Taranto fanno rilevare che le associazioni hanno preso spunto dalle
critiche di tipo squisitamente tecnico, di uno dei più competenti magistrati in
materia ambientale, il procuratore generale di Civitavecchia Gianfranco
Amendola, pubblicate su Il Fatto Quotidiano del 26 aprile, molto dopo quelle
del coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che risalgono al 3 marzo. Come Verdi
Taranto condividiamo i rilievi del dott. Amendola che sono 3 e riguardano le
modifiche al reato di disastro ambientale, uno dei capi di imputazione dei 53
che si dovranno presentare il 19 giugno al processo “Ambiente svenduto” 1) Le
indagini si sono basate sulla definizione di disastro come pericolo concreto ed
era possibile punire chi commetteva “fatti diretti a causare un disastro”. Ora
sarà necessario dimostrare che "alterazione irreversibile dell’equilibrio
dell’ecosistema” quando quasi mai, per fortuna, il danno ambientale si rivela
tale. Nel Mar piccolo vi sono ancora cavallucci marini ed è lecito coltivare le
cozze nel secondo seno, come ricordato nell’ultimo comunicato nostro. La parola
“irreversibile” renderebbe il fatto
(i comportamenti dei Riva, Capogrosso ecc)
non punibile.
2) In alternativa il
disastro è un evento dannoso il cui ripristino è “particolarmente oneroso” e
conseguibile solo con “provvedimenti eccezionali” Se si potesse ripristinare
piantando la canapa, verrebbe meno il disastro, senza però dire che chi ha
deciso di piantarla ha dovuto diventare agricoltore, mentre era allevatore da
tre generazioni e abbandonare un mestiere antico come la nostra terra.
3) l reato può essere
contestato solo nelle ipotesi in cui sia prevista una “violazione di
disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste
a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito
amministrativo o penale, o comunque abusivamente, cagiona un disastro
ambientale” In sostanza, si aspetta che ci sia prima una contravvenzione.
La nuova norma contiene
troppi paletti e sarà di difficile applicazione, motivo per cui come Verdi
Taranto stiamo sollecitando tutte le forze politiche rappresentate in
Parlamento a tornare al testo originale. E’ necessario che la nuova legge sui
reati ambientali non intacchi in alcun modo il processo “Ambiente svenduto” a
solo un mese dal suo inizio. Non si cambiano le regole del gioco mentre si sta
giocando e qui purtroppo si gioca sulla pelle dei tarantini che ancora
respirano diossina e PCB.
Invitiamo il meet up 192
ad abbassare i toni, a voler rispettare il ruolo delle associazioni e a
lavorare affinché il processo non sia bloccato con cavilli inseriti in buona e
cattiva fede.
I coportavoce dei Verdi Taranto
Ada Le Noci 328/4773160
Luca Piccione 329/6817354
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