martedì 24 settembre 2013

#fuoridalcomune comunicato stampa del 23 settembre 2013 e padre Alex Zanotelli

A due settimane dall’avvio del presidio permanente #fuoridalcomune, avviato da associazioni, movimenti e singoli cittadini per i seguenti obiettivi comuni:
1. attuazione delle richieste presenti nella campagna RST (Rischio Sanitario Taranto) tra cui l’esenzione totale del ticket per prestazioni sanitarie riguardanti patologie riconducibili all’inquinamento in soggetti sani;
2. revoca dell’AIA all’Ilva;
3. blocco delle autorizzazioni all’uso della discarica interna all’Ilva denominata Mater Gratiae;
4. istituzione immediata, con sede a Taranto, di un tavolo permanente sul problema del lavoro e dello sviluppo alternativo alla grande industria;
5. chiusura delle fonti inquinanti e successiva bonifica con il reimpiego di tutta la forza lavoro;
registriamo favorevolmente i primi risultati dell’opera di sensibilizzazione verso la città. Vari attestati di partecipazione e manifestazioni di solidarietà, confermano la voglia di sostenere le nostre richieste per il riconoscimento di diritti insindacabili come SALUTE e LAVORO.
Annoveriamo tra questi la dedica della laurea ad honorem, ricevuta da padre Alex Zanotelli, alla lotta della città di Taranto, perché divenga operatrice di PACE e LIBERA dai VELENI.
Opposto, invece, l’atteggiamento delle istituzioni che continuano ad ignorare la nostra presenza e le nostre istanze. E’ notizia di pochi giorni fa, ad esempio, di un incontro a porte chiuse tra il Sub-Commissario per l’ILVA Edo Ronchi e la Commissione Ambiente del Comune di Taranto, durante il quale, abbiamo potuto apprendere dai giornali, si è discusso di una sperimentazione top secret di impianti a shale gas al fine di sostituire parzialmente i processi di produzione tradizionali. Sulla base delle scarse notizie a disposizione segnaliamo che se così fosse, ritornerebbe in auge la richiesta di realizzare un rigassificatore,  pericolo già sventato negli scorsi anni. Inoltre, una simile variazione nel processo produttivo obbligherebbe alla riapertura dell’A.I.A. , ed è forse per questo motivo che Ronchi paventa il rinvio ulteriore delle scadenze previste dalla stessa, cosa che riteniamo inaccettabile. A nostro avviso si omette anche di dire che esiste la concreta possibilità per molti lavoratori dei reparti Agglomerato, Cockerie, Parchi Minerali e Batterie di ritrovarsi in esubero rispetto alle attuali esigenze di forza lavoro dell’azienda. Sembrerebbe, pertanto, che l’ILVA voglia come al solito spacciare degli interventi atti a tagliare i costi di produzione per delle innovazioni a favore dell’ambiente. Non accettiamo ulteriori rinvii o manovre per prendere tempo rispetto alla richiesta di immediato fermo degli impianti inquinanti e conseguente avvio di bonifiche efficaci e non di facciata come vogliono fare, mantenendo gli impianti incriminati in marcia.
L’operato dello Stato Italiano, molto accomodante nei confronti delle industrie dei Riva, tanto da far proseguire le attività inquinanti a suon di decreti, è finito sotto la lente di ingrandimento della Commissione Ambiente dell’UE, la quale, dopo aver richiamato e sollecitato a più riprese il Governo e l’Ilva al fine di ottenere dati ufficiali ed individuare precise responsabilità, giovedì 26 settembre avvierà, con tutta probabilità, una procedura di infrazione per aver violato gli obblighi derivanti dai diritti dell’Unione Europea.
A livello locale assistiamo da ultimo al continuo rimpallo delle responsabilità tra ILVA e Comune di Taranto per la realizzazione di strutture chiuse per il deposito di materiali pulverulenti, prevista dall’AIA. La diatriba tra chi dovrebbe rilasciare i permessi e chi non ottempera alle procedure per poterli ottenere, ha fatto sì che si accumulasse un’imperdonabile ritardo nell’adeguamento alle prescrizioni come rilevato in luglio dall’I.S.P.R.A.
Come cittadini #fuoridalcomune chiediamo che la prossima conferenza dei servizi sull’attuazione dell’AIA e tutti gli incontri che riguardano le nostre vite siano resi pubblici.
Per tutti questi motivi invitiamo la città ad unirsi al presidio permanente in piazza Castello sotto Palazzo di Città. 
E’ ora di riprenderci la nostra dignità ed essere protagonisti delle scelte che riguardano il nostro futuro.
Taranto Libera
I Cittadini #Fuoridalcomune
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venerdì 20 settembre 2013

Diario fuoridalcomune – 11° giorno: “Il cielo sopra Taranto”

da inchiostroverde.it

TARANTO – Ed eccomi qua, fuori dal Comune. Ma non sono a Manduria, sono a Taranto. Non più straniero, ma compagno di lotta… lotta per la vita. Per me è difficile, per questioni logistiche, essere ogni giorno lì, #fuoridalcomune. Fino ad ora, solo qualche sera, in assemblea, ad ascoltare le opinioni di tante persone diverse tra loro, ma tutte con lo stesso obiettivo: lottare per la vita. Nel dibattiti delle assemblee un punto all’ordine del giorno è sempre presente: aggregare. In questa città, Taranto, in cui ho ritrovato l’amore. In questa città, Taranto, che ho imparato ad amare tantissimo, ho anche imparato quant’è difficile aggregare. A volte, sembra quasi impossibile. Nel tragitto, tra Manduria e Taranto, ascolto il mio cantante preferito, Nick Cave. Associo Nick Cave ad un film che amo moltissimo, “Il cielo sopra  Berlino” di Wim Wenders. C’è una scena bellissima, in quel film, in cui Nick canta. Berlino in quel film era la città divisa. Berlino era il simbolo di un “qualcosa” e gli angeli erano lì a testimoniare, a dare forza e coraggio ad un popolo, quello berlinese, diviso da un muro, proprio come accade a Taranto.
Oggi, per me, Taranto è la Berlino che Wenders racconta nel suo film. Ed oggi, voglio pensare e credere che gli angeli, a Taranto, sono loro: i ragazzi del presidio #fuoridalcomune. Quei ragazzi, diventati miei amici, sanno benissimo che è difficile aggregare: quel muro, a Taranto, è ancora presente. Un muro creato da tutta la classe politica che negli ultimi 50 anni ha amministrato la città. Un muro che ha dilaniato, distrutto, ammalato e ricattato i tarantini. Questo muro, però, si può abbattere. Magari non da dentro, ma iniziando da “#fuoriTaranto“, coinvolgendo l’intera provincia, magari con incursioni nelle piazze di tutti paesi, in stile “auto o moto raduno”… forse, magari… si può e quindi… facciamolo! Intanto, io – da “ex straniero” –  ho deciso: una di queste notti presidierò #fuoridalcomune.  Lo faccio alla luce delle vicende politiche nazionali, dopo che politici e im-Prenditori senza scrupoli, in nome del profitto, hanno offeso i cittadini di Taranto. “Il dolore degli altri, a molti, non fa più effetto”. Lo faccio, adesso, perché ci sentiamo tutti tarantini, ma allo stesso tempo, stranieri in questo Paese chiamato Italia, in cui le priorità sembrano siano altre e non il benessere e la vita di tutti gli esseri viventi.
Diario di un presidio – Gregorio Mariggiò

lunedì 9 settembre 2013

Caso Ilva: Il silenzio dei colpevoli

Ancora una volta magistratura, ambientalisti ed ecologisti, in “perfetta solitudine”, scoprono fatti gravissimi sul “caso Ilva” e sull’emergenza sanitaria a Taranto.
Tutto questo avviene nella totale indifferenza di politici e rappresentanti di ogni livello istituzionale: a dir poco inquietante.
La magistratura indaga e documenta l’esistenza di una dirigenza “nascosta” che avrebbe governato il più grande stabilimento siderurgico d’Europa secondo logiche criminose di massimizzare il profitto a danno di ambiente, salute e sicurezza. Cosa fanno i rappresentanti delle istituzioni? 
Tacciono, non parlano, non commentano, bocche cucite!
Eppure l’argomento è di una gravità inaudita che, prescindendo dalla verità processuale conclusiva, meriterebbe già da ora immediate e precise prese di posizione, e interrogativi importanti da sviluppare: ma come vengono gestite le grandi fabbriche nel nostro Paese? Anche in questo caso, si tace.
Un’associazione pacifista (Peacelink) divulga i dati Asl sul numero di esenzioni “048” (il codice delle patologie tumorali) che evidenziano maggiore concentrazione nei quartieri intorno alla zona industriale: quale reazione da politici e istituzioni?
Nessuna, o meglio qualche critica generica e fasulla sull’attendibilità del dato, che prende il posto di quello che dovrebbe essere un doveroso e ulteriore grido d’allarme sull’emergenza sanitaria in atto.
Perché questo silenzio? Forse il sistema di complicità e connivenze scoperchiato dalla magistratura non appartiene ancora al passato, ma è ancora presente, vivo e potente, ed induce ad essere cauti e prudenti nel parlare… figuriamoci ad agire!
Federazione provinciale di Taranto del Partito dei Verdi

mercoledì 4 settembre 2013

a proposito dei cattivi odori che invadono l'aria a Manduria.



ho letto la perizia dell'arpa in merito ai cattivi odori che periodicamente invadono l’aria del centro urbano di Manduria.
finito di leggerla, ho avuto una sensazione di.... annientamento, d'impotenza. la stessa sensazione d'impotenza che ho quando si parla di ilva, salva ilva 1 e 2, acciaio e profitto, senza tener conto del dramma sanitario, ambientale, sociale, del dramma degli operai ilva, di tutti i lavoratori e disoccupati, nella provincia tarantina. qualcuno mi ha chiesto di ribattere ai dati dell'arpa.  io, in questo momento, la vedo un pò complicata la cosa. non so, ma la questione è molto surreale. io non conosco la reale natura del cattivo odore. come tutti i manduriani, però, sono a conoscenza sia delle zone di maggiore criticità (la zona nord della città) che del vento che soffia nei giorni in cui si manifesta il cattivo odore (tramontana e grecale). ed il depuratore si trova a "levante" rispetto alla città. noi verdi non abbiamo i mezzi per fare le analisi per poi confrontarli con quelli dell'arpa e poi... cosa da non sottovalutare, mi domando: chi siamo noi? 
abbiamo titolo?

possiamo agire politicamente, questo si.

e come?

possiamo solo esortare l'amministrazione comunale di manduria (votata dai manduriani) ad andare più a fondo alla questione.
ho letto dichiarazioni del sindaco di manduria, molto arrendevoli: "Per la soluzione di questo problema che costringe soprattutto gli abitanti di quella zona a tapparsi in casa anche nelle sere d’estate occorrerà attendere la realizzazione del nuovo depuratore." (Rtmweb) 
queste dichiarazioni sottolineano tutta la superficialità dell'amministrazione comunale nel gestire la cosa pubblica: si fa leva sul cattivo odore per far costruire al più presto un depuratore e guarda caso l'unico progetto presente ed appaltato è in tab.1/2 (come quello già esistente) e che prevede uno scarico a mare.
secondo il mio modesto parere, non basta accontentarsi solo della relazione dell'arpa. magari, prima che si muova la magistratura (visto anche l'esposto presentato dal sottoscritto e da cecilia de bartholomaeis), il sindaco, potrebbe dare mandato ad epidemiologici per una perizia più completa.
ma poi, mi chiedo, c'è qualche caso di ricovero?

tutti quelli che son stati male a causa del cattivo odore (ed io sono a conoscenza che realmente c'è gente che è stata male) sono andati in ospedale a farsi curare?

è tutto da verificare ed è tutto complicato.

resta il fatto, però, che un'amministrazione comunale dovrebbe fare tutto il possibile, non fermarsi, non essere superficiali, accontentandosi delle prime analisi, soprattutto quando è in gioco la salute e la vita dei propri cittadini.
questo penso da cittadino.
questo dico da "politico".

http://www.lavocedimanduria.it/wp/larpa-la-puzza-viene-dal-depuratore.html