I nuovi dati diffusi dal
presidente del Fondo Antidiossina Fabio Matacchiera, relativi alle uova di
gallina allevate nell’agro di Crispiano e di Martina Franca, sono una ulteriore
conferma a quelle che sono le preoccupazioni espresse dai Verdi più volte. La
presenza di questi inquinanti nelle
uova e negli animali fa presagire una grave
compromissione della catena alimentare del nostro territorio. Chi vive fuori
dal territorio nel quale è interdetto il pascolo – venti chilometri intorno all’ILVA
- non è esente dai rischi derivanti dalla presenza della diossina negli
alimenti di origine animale che si accumula anche nell’organismo umano con l’alimentazione
e che può produrre danni alla salute a distanza di molti anni.
Abbiamo appreso di questi
nuovi dati con molta preoccupazione.
Le istituzioni locali a
nostro avviso dovrebbero ammettere che gli insediamenti industriali stanno
compromettendo in maniera inesorabile la salute degli abitanti della provincia
di Taranto e la qualità dei prodotti alimentari con ingenti danni economici
alle categorie produttive degli agricoltori, dei maricoltori e degli operatori
turistici. Non dimentichiamo infatti che la Valle d’Itria è un’importante meta
turistica da decenni.
Chiediamo alle istituzioni
locali di intervenire affinché questo scempio sia al più presto fermato. Non è
sufficiente impedire il consumo di certi alimenti mediante ordinanze come è
stato fatto in precedenza per le cozze del I seno del Mar Piccolo o vietare il
pascolo per venti chilometri intorno all’ILVA, serve una presa di posizione
netta e chiara che difenda gli abitanti, i produttori e i loro dipendenti. Come
Verdi Taranto ci aspettiamo una reazione forte da parte di tutti i vertici
istituzionali che si traduca in azioni concrete a tutela del territorio e che finalmente
si proceda con la chiusura degli impianti inquinanti!
Ada Le Noci - coportavoce
dei Verdi Taranto
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