Comunque
vada a finire la crisi in atto, sono già incalcolabili i danni arrecati alla
nostra comunità da questa “compagine amministrativa”, che in realtà tale non è
stata mai. Nata con l’ausilio di un pallottoliere, sommando alla rinfusa
gruppi e singole individualità,
lontanissimi gli uni dagli altri per
convinzioni, storie politiche, modelli comportamentali ed altro, si è
subito caratterizzata per un tasso di litigiosità forse mai raggiunto prima, ma
che era fin troppo facile prevedere proprio in considerazione della
eterogeneità di obiettivi e metodi di cui erano portatori i suoi componenti. La
paralisi, la contraddittorietà, il pressappochismo con cui questa
amministrazione si è mossa in tutti i settori della vita pubblica,
l’indisponibilità all’ascolto e al confronto, la ripicca e la rivalsa verso gli
avversari politici di ieri, gli scivoloni “istituzionali” e tutto quanto l’ha
contraddistinta in negativo in questi mesi sono sotto gli occhi di tutti. Ma
ciò che rende il tutto ancora più
grave è che è stato intrapreso sotto la bandiera del civismo. Messa in piedi
nel momento in cui l’antipolitica nel nostro paese toccava il suo massimo,
l’alleanza elettorale guidata dal sindaco Massafra ha fatto di questa
antipolitica la sua bandiera, presentando le liste civiche ( vere o presunte
che fossero) che la componevano come la sacrosanta reazione della società
civile ai danni e ai guasti dei partiti tradizionali. L’epilogo e il consuntivo
della vicenda lo vediamo in questi giorni e lo leggiamo nel documento politico
che lo stesso sindaco sottopone alla sua ipotetica , futura maggioranza. Un
documento che in realtà di politico non ha nulla , ma è solo un piccolo
trattato di logica spartitoria, in cui si fa coincidere il concetto di dignità di una forza politica con la
sua visibilità, che a sua volta
coincide con l’occupazione di un posto in giunta; un documento che è una summa
di tutto il peggio della cattiva politica di ieri e di oggi, che queste finte
liste civiche avevano evidentemente nel proprio DNA e che ha viziato sin
dall’origine l’esperimento di Massafra; un documento dal quale apprendiamo, al
punto primo, che un programma amministrativo è ancora tutto da definire. Dunque, prima si distribuiscono le poltrone e poi si decide il da farsi.
Ma che importa? La città può attendere. Per quale intervento miracoloso
potranno recuperare coesione e unità d’intenti persone e forze politiche che
sino a ieri si sono affrontate all’arma bianca non è dato sapere. Ma che
importa? C’è tempo per un altro giro di giostra.
Partito dei Verdi di Manduria
Partito dei Verdi di Manduria
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