sabato 9 marzo 2013

Riflessioni di un "politicante mestierante"


E' cambiata la politica.
E' cambiato il modo di fare politica.
E' cambiata soprattutto la percezione che i cittadini hanno della politica.
….allo stesso modo di come percepirebbero il significato di un film di Bunuel: paradossale!
Per non parlare del livello culturale "grazie" anche agli sketch del duo Gianni e Pinotto: ovviamente mi riferisco al signor B e al suo "berlusconismo" e al neo liberista della sinistra italiana, Dalema.
Risultato? 
Al richiamo "mandiamoli tutti a casa" hanno risposto in tanti.
Io, che ho appoggiato una lista, un'offerta politica, con a capo un ex magistrato, da sempre in prima linea contro la mafia, braccio destro del giudice Paolo Borsellino, spedito in Guatemala dopo aver indagato sulla vicenda "trattativa Stato-mafia: 0 a 1"…. beh… mi sento un vincente.
Si, vincente. 
Sapete….quando in tivvù si sente dire….vincitore morale….
Oggi, al netto della disperazione post elezioni perse, al netto della situazione politico/parlamentare, al netto del nuovo linguaggio politik-casareccio, casaleggio - "gargamella"- "nano con la congiuntivite" - "degregorio e i suoi 3 milioni"…. insomma, al netto di tutte queste cose, come tutti gli elettori della lista Rivoluzione Civile, anch'io, mi sento un fiero vincitore morale.
Per essere onesti, per comprendere la vittoria, ho avuto bisogno di un aiutino…come al solito….
Ieri pomeriggio, analizzavo le passate elezioni e la situazione politica attuale dei Verdi con Simona, la mia compagna.
Riflettevo e mi chiedevo se, come partito, avevamo sbagliato ad insistere sulla battaglia ambientale a Taranto.
Pensavo… abbiamo incentrato la nostra campagna elettorale su Taranto e la Puglia, pensando di raccogliere i frutti di anni di lavoro con le associazioni ambientaliste, pensando di essere meritevoli del loro voto.
Certo, a Taranto siamo andati bene, abbiamo dimezzato la percentuale dei voti presi alle ultime elezioni comunali, ma, siamo andati comunque bene….
Non è bastato!
Nessuno degli ecologisti è stato eletto.
Diversi nostri elettori hanno votato, proprio, per il Movimento 5 Stelle.
E, riflettendo su quest'ultima cosa, pensavo al fatto che non è mai abbastanza.
Non è mai abbastanza chiara l'idea di un nuovo modello di economia, con nuove tecnologie , rispettando l'ambiente, tutelando la salute e creando nuovi posti di lavoro.
No, non è mai abbastanza a fronte del fatto che la lista Rivoluzione Civile fosse appoggiata anche da dirigenti della "fiom" e quindi, il voto al "5 Stelle" era inevitabile.
Rispetto, ma non condivido.
La campagna elettorale su Taranto era incentrata soprattutto sulla questione ambientale della città e i "grillini" che dicono?
Ufficialmente gli eletti tarantini sono in linea con Grillo: "sull'Ilva decidano i cittadini" (referendum della serie "futti-cumpagni") oppure, "risanare, prendere i soldi dei Riva per riaprire i forni, produrre e vendere l'acciaio".
Nei Verdi a Manduria, abbiamo tra gli iscritti due dipendenti Ilva, tutti e due hanno appoggiato il programma di Angelo Bonelli alle comunali a Taranto e alle Politiche.
Ma, come gli altri iscritti Verdi, anche loro sono dei "politici mestieranti", ricevono dei rimborsi elettorali e posseggono una tessera di partito, in era di grillismo imperante, "delinquenti", insomma….
Dopo aver fatto questa considerazione sui nostri ex elettori che hanno preferito Grillo, mi sono detto:
Nelle passate elezioni, in coalizione con il centrosinistra, noi Verdi abbiamo avuto i nostri eletti.
Nel bene e nel male, abbiamo anche prodotto tante leggi ed emendamenti ecologisti.
La nostra ultima pattuglia parlamentare ha dato un grande contributo al governo Prodi: penso alle leggi sugli incendi, agli incentivi statali per le energie rinnovabili, alle case ecologiche, all'economia ecologista, al famigerato cip 6.
Allora, mi sono detto…. come partito (ed io soprattutto che non mi tiro mai indietro se mi devo criticare) abbiamo fatto bene ad alimentare polemiche col centrosinistra, con ciò precludendoci ogni ipotesi di coalizione con quest'ultimo?
Dico, appunto, dopo il voltafaccia di tanti nostri ex elettori…. abbiamo, noi Verdi, fatto bene?
Nella mente, si squarciano riflessioni del tipo: "abbiamo sacrificato il nostro partito….potevamo andare in coalizione col centrosinistra e col 2%, la nostra pattuglia ecologista sarebbe già in Parlamento….."
Le critiche del prima, durante e dopo campagna elettorale? 
Perché, anche mantenendo la coerenza, ne siamo stati esenti?
Dopo di che, esplicitata la mia tesi, stile "conti della serva", Simona, mi ha fatto capire quanto la nostra azione politica è stata giusta e per questo, in futuro, sicuramente sarà premiata.
Parole che mi hanno veramente emozionato, ve le riporto per intero:
"se Angelo non avesse preso una posizione di fronte alla vergognosa negazione della realtà perpetuata dalla politica della sinistra democratica, o se fosse stato più morbido riguardo a certe denunce (vedi gli attacchi diretti a Clini e Vendola), probabilmente avrebbe potuto dialogare con quella sinistra che gli avrebbe magari permesso di eleggere qualche parlamentare tra i Verdi,
ma a che scopo??? e soprattutto, a quale prezzo?
Sappiamo bene che questo eventuale nuovo governo sarà passeggero, già privo di riconoscimento popolare e frammentato alla nascita.
Se i Verdi avessero accettato di scendere in campo con la sinistra di Bersani, correrebbero oggi un rischio ben peggiore dell'esclusione dal parlamento: quello di essere associati a soggetti che hanno ignorato i problemi reali del paese, firmando leggi degne di un crimine contro l'umanità e contro il creato, per essere mantenuti in parlamento con una legge antidemocratica.
A che scopo risultare vincenti in un gioco che squalifica la democrazia e snobba il legame con i territori?
Sappiamo che a breve il ciclo dei partiti tradizionali terminerà, per evolversi in una forma nuova di politica e, che ci piaccia o no, giusto o sbagliato che sia, dovremo affrontare un cambiamento radicale.
Magari prenderà piede quella tanto declamata e desiderata partecipazione dal basso in cui il cittadino si erge, finalmente, a controllore , per punire la politica quando non è fautrice del bene comune.
Stiamo assistendo a una reazione, quella del grillismo, che è frutto di una insofferenza per i fallimenti dell'organizzazione democratica svilita dal malaffare per troppi anni. E' anche il ciclo naturale delle organizzazioni.
Ma per noi questo non è il momento della sconfitta per chi ha creduto nell'ideale, è solo un breve momento di attesa, la svolta è alle porte. Che senso aveva vincere in una politica generale perdente? 
Si è scelto di combattere una battaglia in pochi, ma con la forza dei valori e delle proposte che non dobbiamo sminuire solo perchè non hanno dato i risultati aspettati.
Quei valori, quel desiderio di giustizia, quel coraggio di avventurarsi con il più "esile", sono la zattera che ci terrà a galla quando la nave della vecchia politica affonderà del tutto. 
Il partito dei Verdi non è compromesso, per questo potrà affrontare lo tzunami a testa alta partecipando alla svolta a pieno titolo.
Dobbiamo comprendere però che la differenza col passato sta negli strumenti della partecipazione, devono cambiare molte cose, il civismo deve esprimersi sempre di più attraverso reti interconnesse 
che portino nuova linfa al partito. 
I social network possono essere uno strumento utile, ma abbiamo visto come la politica vecchio stampo ha fatto fatica a gestirne gli effetti e ad integrarsi, perché li ha usati solo come vetrina, senza comprendere che si tratta di uno strumento utile prima di tutto all'ascolto e ad accogliere la "proposta" che ci viene da gruppi di cittadini uniti da istanze comuni.
Alcune filosofi (in particolare la Arendt come la Stein) già preannunciavano molti anni fa che l'attuale livello culturale diffuso e piuttosto elevato (in particolare nei giovani disoccupati del sud e delle donne rispetto al passato) impone di riformulare le "regole del gioco" della partecipazione, che passa oggi ancor di più attraverso l'informazione diversificata, il controllo e la proposta. 
Oggi, la democrazia autentica non può essere ridotta solo al diritto elettorale e al convincere le masse con lo spot più avvincente,
La politica deve rientrare nella Vita cittadina, consapevole che il partito può essere promotore di principi e riferimenti culturali,
ma la proposta deve riprendere le sembianze dei territori. 
Sono proprio quei principi inviolabili e riferimenti culturali che ora dobbiamo rimettere al centro della politica, e attraverso quelli creare nuove alleanze con gruppi di cittadini che in quei principi si riconoscono.
E' il percorso che ci riporterà dal palazzo all'agorà, più difficile ma ormai innescato da mezzi nuovi di confronto, ma degno del suo fine ultimo che è il bene comune."
Non altro da aggiungere.

gregorio mariggiò.

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